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Torino. La verità dietro l’ipocrisia al Festival del Cinema

I lavoratori licenziati dalla Coop Rear manifesteranno questa sera davanti al Museo del Cinema di Torino. Il presidio e’ organizzato dall’Unione Sindacale di Base che ha pubblicamente ringraziato Ken Loach perche’ con il suo gesto ‘ha contribuito a mettere in luce sfruttamento e precarieta’ a cui sono sottoposti dei lavoratori che svolgono servizi appaltati alla cooperativa Rear da una istituzione pubblica, proprieta’ della citta’ di Torino”.
Per rendere noti ed approfondire tutti gli aspetti relativi alla vertenza dei lavoratori Rear, anche in relazione alle affermazioni avanzate dal Presidente della cooperativa, Mauro Laus (consigliere regionale del Pd, NdR) che, fra l’altro, accusa l’Usb di “strategia di tensione, denigrazione dei datori di lavoro e promesse impossibili ai lavoratori”, l’USB ha indetto per oggi, 23 novembre, una conferenza stampa a Torino, alla quale sono invitati tutti gli organi di informazione, che si terrà presso la sede sindacale della Usb di Corso Marconi 34,  alle ore  12.00.
Nel corso della conferenza stampa verranno forniti atti e documenti relativi alla vertenza, incluse le sentenze di tribunale che dichiarano illegittimo il licenziamento dei lavoratori e condannano la società cooperativa Rear a versare un risarcimento.

La scelta del regista inglese Ken Loach di non ritirare il premio per solidarietà con i lavoratori della Rear, ha suscitato le ire del sindaco Fassino e di tutto quell’entourage culturale collaterale al Pd, una sorta di comitiva sempre presenti negli “eventi di famiglia”, spesso, come in questo caso, gestiti da cooperative e agenzie di servizi vicine alla “famiglia piddina”.

Ad esempio per il regista Ettore Scola “la scelta dell’Aventino è sempre un po’ aristocratica e di solito non aiuta a risolvere i problemi: i gesti simbolici non sempre sono efficaci”. Piuttosto piccato anche il direttore del Torino Film Festival, Gianni Amelio secondo il quale quello di Ken Loach “è stato un gesto narcisistico con una punta di megalomania”. Per il sindaco di Torino, Piero Fassino, “Ken Loach meglio avrebbe fatto ad adottare un atteggiamento come quello di Scola, che ha promesso solidarietà ai lavoratori, ma non per questo ha danneggiato con un’eventuale assenza il Torino Film Festival”. Per il regista Daniele Segre, anche lui tra i premiati, “Loach ha profondamente sbagliato, commettendo un errore politico e mancando di rispetto ad Amelio e al Festival”. L’establishment culturale e politico di area Pd insomma appare preso in castagna e reagisce stizzito e un po’ spocchioso come sempre. Lo aveva fatto anche nel 2008, in occasione delle contestazioni alla Fiera del Libro di Torino dedicata a Israele ma occultando del tutto i palestinesi. In quel caso era stata la rete di solidarietà con la Palestina a far saltare il gioco con una riuscita campagna di boicottaggio e un dibattito culturale e politico durato mesi e che spaccò la comunità intellettuale “progressista”, più incline a riconoscersi nella occidentale Israele che nelle ragioni dei palestinesi. In questo caso è stato un regista, Ken Loach, affiancando l’azione dei lavoratori a far saltare il banco, o meglio quella ipocrisia che celebra gli eventi della cultura facendo finta di niente sulla precarietà e l’umiliazione degli uomini e delle donne che vi lavoravano nascosti alle telecamere e ai riti del “red carpet”.
Rispondiamo alle reazioni dell’establishment “progressista” facendo nostre le straordinarie parole di Ken Loach: “Come potrei non rispondere a una richiesta di solidarietà da parte di lavoratori che sono stati licenziati per essersi battuti per i propri diritti? Accettare il premio e limitarmi a qualche commento critico sarebbe un comportamento debole e ipocrita. Non possiamo dire una cosa sullo schermo e poi tradirla con le nostre azioni.

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1 Commento


  • luciano

    Un gigante come sempre, il compagno Ken; da tempo il suo cinema militante irrita i nani dell’area piddina sabauda costituita da pasdaran montiani!Serva da esempio a tutta quella canea di leccapiedi del capitale che si celano dietro le accuse ad un regista la cui integrità morale e intellettuale è ad una distanza siderale dal loro servilismo bieco e schifoso. Dalla città della Fiat finalmente un bel gesto contro l’arroganza di lor signori!

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