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Roma. I pittori di Piazza Navona manifestano martedi in Campidoglio

Una storica comunità romana sta per essere fatta precipitare giù dalla rupe Tarpea  ma, a differenza di quello che la storia tramanda, non saranno i traditori ad essere giustiziati ma saranno i traditi (noi pittori) ad essere gettati giù dai traditori (il comune di Roma).

            La comunità di cui parlo è quella dei pittori, ritrattisti e caricaturisti di piazza Navona, titolari dell’ultimo permesso, che da ormai sette mesi è impossibilitata a svolgere la propria attività, pena multe da 5.000 euro e sequestro immediato dei propri lavori.

Il tutto perché la concessione comunale di occupazione suolo pubblico è scaduta e quindi, per il comune, siamo diventati tutti abusivi.

            Alcuni di noi hanno fatto ricorso al  TAR che ha dato loro ragione stabilendo che è il comune ad essere inadempiente e riconoscendo loro il diritto di continuare a lavorare fin quando non sarà  rilasciata una nuova concessione o indetto un nuovo bando.

Per tutti gli altri non è prevista alcuna soluzione provvisoria, ma solo repressione e persecuzione. Non si capisce il perché di tanta cattiveria e di tanto disprezzo: siamo gente che vive del proprio ingegno, per molti di noi  questa è l’unica fonte di reddito, ci hanno ridotto alla fame!

I rapporti con il comune di Roma si sono ormai esauriti, dopo un estenuante quanto inutile  rimpallo di competenze in cui era sempre un altro l’interlocutore a cui rivolgersi: dalla presidenza del I municipio all’avvocatura comunale, dall’assessore al commercio all’assessore alla cultura, dal presidente della commissione commercio a chissà chi altro!

Questo snervante gioco non ha portato a nulla:  ci hanno letteralmente preso in giro  mostrando in maniera sempre più  evidente il loro fastidio ed il loro disprezzo nei nostri confronti. Del sindaco è inutile parlarne: da svariati mesi è stata protocollata una nostra richiesta di incontro urgente.

MARTEDI’ 18 novembre alle 10.30 saremo per la seconda volta in Campidoglio a manifestare per il nostro diritto a esistere, il nostro diritto a lavorare, per denunciare l’inadempienza, l’incapacità e la volontà persecutoria del comune di Roma e a rivendicare senza alcuna presunzione la certezza  di essere una risorsa per la città e di rendere piazza Navona con la nostra presenza non solo un luogo museale da visitare ma un luogo da vivere,  con una sua anima, dove fermarsi, dove incontrarsi, dove socializzare.

* Storico pittore di Piazza Navona e promotore della manifestazione

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