* Da junge Welt: Edizione del 17.12.2018
Banda Bassotti in lutto per il suo cofondatore Angelo Conti. Centinaia a Roma partecipano all’addio all’artista rivoluzionario
ovedì scorso centinaia di persone a Roma si sono congedate da Angelo Conti alias »Sigaro«. Il cofondatore e chitarrista del noto gruppo rock »Banda Bassotti« l’11 dicembre è morto dopo una breve e grave malattia all’età di 62 anni. Su Facebook i suoi compagni della band lo hanno onorato con una grafica che mostra il cantante davanti a una bandiera rossa con falce e martello insieme alle parole : »Chi lotta non sarà ma schiavo. Ciao, Sigaro!«
»Sigaro« all’inizio degli anni ‘80 aveva fondato la »Banda Bassotti« insieme a Gianpaolo »Picchio« Picchiami e altri compagni durante le pause nei cantieri dove lavoravano. Nel 1991 uscì il sampler »Balla e difendi«, seguito nel 1992 dal primo album »Figli della stessa rabbia«, il titolo della canzone probabilmente più famosa nella quale il gruppo ricorda personalità storiche del movimento rivoluzionario internazionale come Che Guevara, Steve Biko, Samora Machel o Túpac Amaru.
I versi di questa canzone così come di »Bella Ciao« sono state cantate anche giovedì al Verano, il cimitero centrale di Roma, dalle centinaia di persone che hanno salutato Sigaro a pugno chiuso. La bara era ornata da bandiere rosse e dalla sua chitarra, c’erano anche i simboli del PKK curdo, dell’FMLN del Salvador e dei comunisti russi. Perché la »Banda Bassotti« è da anni un megafono della sinistra rivoluzionaria internazionale. Hanno suonato alla fiera del libro internazionale a L’Avana, cantato per la conclusione del festival mondiale del 2013 in Ecuador e pubblicato un CD con canzoni a sostegno del processo di riforme portato avanti nel Paese latinoamericano da Rafael Correa. Si sono esibiti nelle feste della stampa del partito comunista in Grecia, Portogallo e in Germania, hanno organizzato annualmente viaggi nelle repubbliche popolari del Donbass per portare aiuti e solidarizzare con i difensori a Donezk e Lugansk. Sono stati ospiti nelle manifestazioni di maggio a Berlino come nella Conferenza Internazionale Rosa-Luxemburg di junge Welt.
Numerosi compagni del lavoratore, comunista e artista hanno preso la parola durante la cerimonia funebre. Giorgio Cremaschi, ex Presidente del sindacato metalmeccanico FIOM che lo scorso anno aveva partecipato a una carovana di solidarietà a Donezk e Lugansk, ha ricordato un lungo colloquio che i due hanno avuto in Donbass. »Abbiamo parlato di antifascismo e di socialismo e per te tra i due termini non c’era una differenza sostanziale.« Con i suoi modi tranquilli Sigaro gli aveva spiegato che aveva iniziato contemporaneamente a lavorare, lottare, essere comunista e fare musica, che lui era semplicemente un »lavoratore che fa musica«. Cremaschi lo aveva contraddetto dicendogli di non essere troppo modesto, che lui era un artista rivoluzionario.
»Oggi sentiamo la devastazione politica e morale seguita alla nostra ritirata«, ha detto il sindacalista comunista Cremaschi nel suo discorso rivolto al defunto. »Ma la tua musica, la musica della Banda Bassotti, non è solo un eco delle lotte, è la lotta stessa e resistenza. Alcuni anni fa, prima di conoscervi, durante una manifestazione ho sentito giovani che cantavano una canzone che ho trovato subito bella, che mi ha commosso per le sue parole e la passione con la quale veniva cantata. Era ›Figli della stessa rabbia‹. Chi fa musica non presta solo la sua voce, ma da forza e coscienza alla lotta di classe.«
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Foto di Jakob Huber: »Sigaro« Angelo Conti nel concerto durante la Conferenza Rosa-Luxemburg nel 2008 a Berlino
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