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I ladri nelle discariche

Sabato 25 giugno, due uomini di 29 e 36 anni sono stati fermati dalle forze dell’ordine mentre tentavano una rapina alla “piattaforma ecologica” (la discarica) di Besana in Brianza.

I rapinatori sono stati denunciati a piede libero per Tentato Furto in Concorso. Non si tratta di un caso isolato. Le forze dell’ordine registrano un incremento di questi episodi.

Le Discariche attirano più degli sportelli bancari. Forse i rapinatori comuni nostrani non hanno il know-how per attaccare le banche e gli uffici postali, dove i soldi sono stati materializzati in codici cifrati e blockchain.

Oppure, visto che i corsi delle valute, sia di quelle statali, sia di quelle del libero scambio, puntano verso la spazzatura, i rapinatori hanno creduto bene di anticipare i tempi appostandosi in una location di maggiore appeal.

Ora, se la marcia delle valute verso il Trash avanza del 10% all’anno, dopo 10 anni – quando la spazzatura avrà raggiunto il 100% – ci si dovrà pur fare qualcosa.

Nel 1962, Rachel Carson, in tre puntate, pubblica su The New Yorker, Silent Spring, dove vengono descritti gli effetti del DDT sui tessuti animali (compreso quello umano), ed è generalmente considerato il testo che ha dato il via al movimento ambientalista negli Stati Uniti.

Donald Barthelme, che scriveva regolarmente sulla stessa rivista, e che dunque conosceva il testo di Carson, propose, già nel 1962, non solo una stringente critica del nascente movimento ecologista, ma anche una soluzione – soluzione elaborata (hegelianamente) con strumenti matematici altrettanto Trash – giusto per sottolineare che non ci può essere differenza tra mezzo e messaggio, tra strumento e contenuto, tra metodo e oggetto scientifico, e che il DDT (la soluzione) è peggio del male (il pidocchio), che tutto ciò che viene usato per eliminare la spazzatura dal mondo (i pidocchi) crea altra spazzatura (il grano contaminato), eccetera.

Di spazzatura e ecologia di recente si è occupato anche il filosofo Žižek. In un articolo pubblicato sul Guardian la settimana scorsa se la prende con i pacifisti, con i sovranisti, con John Lennon e Imagine, e con tutti coloro che, a tempo scaduto, credono che ci si possa schierare a destra o a sinistra del fronte Ucraino.

Quello che dice Zizek, e che diceva già Barthelme, è che non c’è più fronte, che il capitalismo abolisce le frontiere tra amici e nemici.

Non ci sono vincitori e vinti, non ci sono signori e servi, sovrani e sudditi, imperi del male e colonie, e non ci sono perché, dice Žižek, siamo tutti perseguitati (we are all haunted) dalle stesse catastrofi. Siamo tutti sotto schiaffo di un potere più forte.

Di più: per il mondo intero, dice Zizek, oggi si aggira un nuovo fantasma (haunt). Un nuovo spettro ossessione l’Europa e unifica il globo, e non è la spettro del comunismo, non sono i proletari uniti o i partiti comunisti internazionalisti.

Niente universalismo socialista.

Siamo tutti nel mezzo – gettati, situati – effetti di un Dio (la Natura) che si nega. Né sovrani né conquistati. Insistere di fronte alle discariche in fiamme che surriscaldano il mondo è pura follia, dice Žižek.

Abbiamo raggiunto il 100%. Ecco la verità di una matematica trash, di una filosofia trash, di un mondo diventato tutto spazzatura.

Il fatto è che non siamo nel 1962, l’anno della piena occupazione e del consumismo, e non siamo nemmeno nel 1992, anno in cui Tarantino inizia a scrivere l’epitaffio (Pulp Fiction) del Trash.

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1 Commento


  • Eros Barone

    L’autore dell’articolo scopre l’acqua calda, mentre è da anni che possiamo vedere, se non gli giriamo le spalle, quelli che indicherò con un termine elegante che trae origine dal linguaggio agricolo e viene adoperato dalla stampa spagnola per qualificare questi personaggi dell’emarginazione metropolitana: spigolatori. Immigrati extracomunitari quasi sempre dalla pelle scura, ma talvolta anche europei ed italiani, sono gli ‘spigolatori’ dei rifiuti, navigatori esperti del gran mare di immondizia prodotto giornalmente da un iperconsumismo bulimico, di cui essi costituiscono l’altra faccia, quella nascosta e forzatamente sotto-consumista. Sennonché ciò che colpisce non è tanto il fenomeno sociale degli ‘spigolatori’ che chiunque può facilmente riscontrare nelle strade e nelle piazze, e segnatamente nei quartieri residenziali delle nostre città, quanto l’indifferenza degli abitanti autoctoni di questi quartieri, in apparenza per nulla toccati da uno spettacolo che dovrebbe pur suscitare, per la barbarie e per la degradazione di cui è indice e sintomo, un moto di reazione morale, un gesto di umano interessamento, un senso di apprensione. Invece, catafratti in una corazza di indifferenza e di cinismo, facciamo finta di nulla e volgiamo altrove lo sguardo, come se questi bipedi silenziosi che frugano nei cassonetti e ne estraggono chissà quali dovizie, fossero dei marziani appartenenti, come i topi, ad un pianeta invisibile da sottoporre, quando un certo numero di essi si rende visibile, ad una pronta elusione e ad una immediata scotomizzazione. Per il resto, le sciocchezze spacciate da Zizek e qui riproposte non meritano neanche un commento: “destra e sinistra esistono anche nel deserto”, diceva giustamente il Presidente Mao Tse-tung.

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