“Ci sono stati 400 morti dall’inizio a Derna, Baida, Brega, Bengasi, Ras Lanuf e Ben Jawad”, ha detto Salah Jabar. Un suo collega, Jibril Huwaidi, rispondendo ad una domanda sul bilancio più elevato fornito dalle Nazioni Unite e dalle associazione per i diritti dell’Uomo, ha precisato che i medici hanno tenuto il conto dei morti e feriti giunti nei loro ospedali.
Egitto. Le vittime nella rivolta sono state 375 Le vittime della rivolta in Egitto, che ha portato alla fine del regime di Hosni Mubarak, sono state 365. La cifra è stata fornita dal ministro della Sanità egiziano, Ahmed Sameh Farid, alla televisione di Stato. Il dato è superiore a quello dato in precedenza dalle Nazioni Unite. L’Onu aveva stimato che, dal 25 gennaio, giorno della prima manifestazione anti-governativa, i morti fossero stati circa 300. Il ministro ha sottolineato che il bilancio è ancora provvisorio e destinato ad aumentare perché i funzionari del governo stanno ancora raccogliendo dati in tutte le città del paese dove ci sono state violenze. Farid ha precisato che 123 persone ferite sono ancora ricoverate in ospedale.
Gaza. Le vittime dell’operazione israeliana Piombo Fuso sono state 1.387 (773 erano civili del tutto inermi). Dei circa 1400 morti causati dall’operazione “Piombo fuso”, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza del gennaio scorso, oltre la metà erano civili. A sostenerlo è l’organizzazione non governativa israeliana B’Tselem, il Centro israeliano per i diritti umani nei Territori palestinesi, che nei giorni scorsi ha pubblicato un bilancio aggiornato del conflitto (il rapporto in inglese in pdf), effettuato sulla base di proprie ricerche.
“Nella campagna militare iniziata il 27 dicembre 2008 e conclusasi il 18 gennaio dell’anno successivo – afferma un comunicato dell’Ong rilanciato dall’Osservatorio Iraq- sono morti 1.387 palestinesi. 773 di loro “non hanno preso parte al conflitto”; 320 erano i minorenni e 111 le donne. Delle altre 614 vittime – si legge nel documento – solo 330 hanno preso parte alle ostilità, mentre 248 erano agenti della polizia palestinese, uccisi per lo più nel corso dei bombardamenti delle caserme compiuti durante il primo giorno dell’offensiva israeliana”.
La differenza tra il “genocidio libico” e la repressione in Egitto – per quanto sia una macabra contabilità – sarebbe di 25 morti, quella con l’attacco israeliano su Gaza a cavallo tra 2008 e 2009 è di quasi mille persone. I “massacri” in Libia stanno mobilitando le maggiori potenze imperialiste e i loro volenterosi carnefici e sostenitori. In due/tre giorni giorni sono state adottate sanzioni e attuato l’embargo economico e militare e si parla di no fly zone.
Verso l’Egitto non ci sono state sanzioni immediate nè richieste di blocco del canale di Suez o altre sanzioni come forma di pressione sul regime.
Verso Israele non c’è stata neanche una risoluzione al Parlamento Europeo degna di questo nome, nessuna sanzione ed è stato mantenuto l’embargo… ma contro i palestinesi!!
Quanti morti faranno nei prossimi giorni la NATO, la Francia, gli Stati Uniti, Veltroni, i bombardieri “umanitari” che si apprestano a bombardare la Libia?
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