Gli americani sono in prima fila nell’invio di aiuti dopo i devastanti terremoto e tsunami che hanno colpito il Giappone ma, con ragione, hanno anche paura degli effetti delle radiazioni generate dall’incidente nella centrale nucleare di Fukushima. La Marina Usa ha fatto sapere che nelle sue basi militari in Giappone è stato rilevato un «elevato livello» di radiazioni nell’atmosfera. Per cui è stato ordinato un riposizionamento di otte navi da guerra, fra cui la portaerei Ronald Reagan da cui erano stati appena scaricate diciassette tonnellate di aiuti di prima necessità (fra cui cibo, acqua potabile e coperte), che si trovavano in un’area di mare a 185 km dall’impianto nucleare danneggiato. Anche altre tre navi Usa in arrivo sono state dirottate verso la costa occidentale di Honshu, la maggiore isole dell’arcipelago nipponico, anziché dirigersi verso verso la costa orientale come originariamente previsto, a causa di «rischi radiologici e di navigazione».
Livelli di radioattività bassi ma più alti del normale sono stati registrati anche a bordo della portaerei George Washington, che si trova in manutenzione a Yokosuka, base navale a circa 300 km dalla centrale nucleare di Fukushima. La marina militare Usa ha chiesto al personale che si trova a bordo della portaerei e anche al personale dell’altra base Usa di Atsugi, a circa 240 km dalla centrale nucleare, di prendere misure precauzionali. Fra cui la limitazione delle operazioni all’aria aperta e la chiusura dei sistemi di ventilazione esterni. «Non ci sono grossi rischi per la salute, e siamo stati molto molto prudenti nelle nostre raccomandazioni», ha precisato il comandante delle forze navali Usa in Giappone, l’ammiraglio Richard Wren.
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