Si comincia intanto a capire qualcosa di più della dinamica che ha dato il via al’incidente. Oltre alla scossa di terremoto – grado 9 dela scala Richter, 6 volte la potenza massima per cui era stata costruita – la centrale è stata anche investita da un’onda di tsunami alta almeno 14 metri. Lo dice la Tepco (la società chela controlla), che però finora aveva parlato di un’onda alta “solo” 10 metri. Lo tsunami ha provocato danni gravissimi ai sistemi di raffreddamento dell’impianto, innescando una serie di incidenti che hanno provocato anche la fuoriuscita di materiale radioattivo.
Le operazioni per raffreddare i reattori sono intanto riprese. E fumo è uscito ieri da altri due reattori – il n.1 e il n.4 – ma secondo la Tepco «non costituisce un problema» per i lavoratori impegnati in prima linea. Fin qui le attenzioni si sono concentrate soprattutto sul reattore n.3, ritenuto il più pericoloso perche alimentato dal “mox”, una miscela di uranio e plutonio altamente radioattiva.
Il livello di radioattività intorno alla centrale è aumentato notevolmente. Lo ha reso noto il ministero della scienza e della tecnologia di Tokyo. Sarebbe dovuto alla pioggia dei due giorni precedenti, che ha portato al suolo le particelle radioattive volatili che altrimenti sarebbero state portate dal vento verso i mare.
Tutti problemi che ritardano la ripresa produttiva, oltre a compromettere pesantemente la produzione alimentare (verdure e latte risultano contaminati in una vasta zona).
La Toyota ha rinviato di un altro giorno la ripresa della produzione. Molte aziende sono state danneggiate dal terremoto e hanno dovuto sospendere in tutto o in parte la produzione. In particolare, diversi fornitori di semilavorati per l’industria automobilistica. La stessa Toyota sta pensando di acquistare le parti necessarie da altre società. Honda e Nissan, dal canto loro, hanno annunciato che il grosso della produzione riprenderà giovedi.
La Tepco, la società di gestione dell’impianto nucleare giapponese di Fukushima, ha rilevato «materiale radioattivo nell’acqua di mare» nei pressi della centrale. Lo riferisce l’agenzia Kyodo.
I livelli di radiazione in acqua di mare non costituiscono minaccia immediata per la salute, ha riferito il governo nipponico, ma i valori sono al di sopra del normale alimentando preoccupazioni sulla contaminazione marina e sugli effetti sui prodotti della pesca. Il ministero della Scienza e Tecnologia ha precisato che provvederà a esaminare l’acqua nel raggio di 10 e 30 km dalla centrale nucleare di Fukushima. Secondo la Tepco, lo iodio-131 è stato rilevato nei campioni di acqua pari a 126,7 volte il limite di concentrazione legale, mentre i livelli di cesio-134 si sono attestati a 24,8 volte e quelli di cesio-137, inoltre, a quota 16,5. Tracce di cobalto 58, infine, sono state rilevate anche in un campione di acqua prelevato nei pressi dell’impianto.
La messa in sicurezza dei 6 reattori di Fukushima, è oggi proseguita collegando tutti all’alimentazione esterna. Due scosse di magnitudo 6.3 e 6.2, registrate nel pomeriggio, hanno interessato sempre le stesse aree. Vapore radioattivo è fuoriuscito ancora una volta dai reattori 2 e 3. I livelli di allerta sono aumentati in misura considerevole, visto che «materiale radioattivo» è stato rilevato nell’acqua di mare della zona. Le concentrazioni di iodio 131 e di cesio 134, nei pressi dell’impianto, erano ieri sera 126,7 volte e 24,8 volte più elevate dei livelli massimi di legge. Trovate anche tracce di cobalto 58.
Quantità minime di radiazioni provenienti dalla centrale giapponese sono già arrivate in Europa. In un paio di giorni dovrebbero raggiungere l’Italia. Alcune agenzie europee specializzate nella rilevazione delle radiazioni sostengono però che resteranno al di sotto dei livelli di allarme.
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