Menu

Libia: tutti uniti nella Nato, ora

E che, per questo, la Francia riconoscerà un comando Nato sulle operazioni contro la Libia.

Non è una grande notizia. O almeno non lo sarebbe in condizioni normali. Per la scombiccherata “coalizione” che sta conducendo l’attacco militare a Tripoli e dintorni, però, sembra quasi un successo. E’ stata la Francia a voler forzare la mano oltre ogni misura, supportata dagli ancora più scombiccherati inglesi (alle prese con problemi interni molto seri). Gli Usa, forse per la prima volta, sono stati trascinati per i capelli in un’avventura militare di cui non sono mai stati chiari gli obiettivi strategici (“cosa si farà dopo”), gli obiettivi immediati (“una Libia senza Gheddafi o due stati nell’attuale territorio”), e addirittura gli strumenti pratici (“no fly zone o guerra totale”).

Sorprendente? Forse sì. Ma è anche la misura del degrado di un potere che si era pensato – e voluto – come “imperiale”. Detto altrimenti, nemmeno gli Usa sono più quelli di una volta.

 

Obama, in tour nell’ex “cortile di casa” latino-americano, può ora affrontare con meno ambascie il dibattito interno al suo paese. I repubblicani lo accusano di aver portato gli Stati Uniti in guerra senza l’appoggio parlamentare, per un’operazione dall’esito incerto, e senza che gli Usa fossero minacciati direttamente. I democratici più “liberal” si interrogano invece sulla legalità dell’operazione in Libia, dato che ci sono stati bombardamenti pesanti e con armi all’uranio impoverito, mentre l’obiettivo ufficiale è “proteggere i civili”, come recita la risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

Le elezioni presidenziali sono ormai dietro l’angolo, ed è consapevole di trovarsi in una situazione difficile. La Libia rappresenta comunque un terzo fronte di guerra, dopo l’Afghanistan e l’Iraq; e bene o male l’unica perdita ufficiale è un F-1& Usa precipitato in Libia.

In tarda serata è tornato ad apparire in tv lo stesso Gheddafi. Ha parlato dalle rovine del suo palazzo bombardato di Tripoli, ripetendo che «americani e europei sono i nuovi nazisti». «Ma io sono qui, io sono qui – mentre alcune centinaia di supporte lo applaudivano – Alla fine vinceremo».

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *