Del fumo nero è alzato stamattina dal reattore n.3 della centrale di Fukushima, riferisce l’ agenzia Kyodo. I lavoratori impegnati nei tentativi di raffreddare il reattore sono stati allontanati dalla zona.
Dopo un’ora la erdita è apparsa diminuire di intensità, ma non a fermarsi. il gestore dell’impianto, la Tepco, non ha diramato alcuna informazione sul contenuto del fumo nero (nei giorni scorsi si erano verificate numerose perdite di fumo bianco). Il reattore 3 (su sei) è considerato il più pericoloso perché alimentato con un mix di uranio e plutonio, dal tasso di radioattività decisamente elevato. La Tepco è finita più volte sotto accusa anche in passato per i sistematici tentativi di occulatre la gravità degli incidenti che avvenivano nelle sue centrali.
Intanto si aggrava l’inquinamento alimentare nella zona circostante la centrale. Radioattività in dosi fortemente superiori a quella ritenuta sopportabile dall’organismo umano è stata rilevata in 11 tipi di vegetali prodotti nella prefettura di Fukushima. Il ministero della Sanità giapponese sta effettuando controlli a tappeto su campioni di cibo prelevati dai produttori locali. Tokyo ha bloccato la distribuzione del latte e di due verdure provenienti da Fukushima e da altre tre prefetture vicine.
Lo stesso primo ministro Naoto Kan ha invitato i giapponesi a non consumare alcuni vegetali provenienti da quella zona. Anche gli Stati Uniti hanno vietato l’ importazione di alcuni generi alimentari dal Giappone.
L’allarme è stato lanciato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), che ha protestato per le scarse informazioni fornite dalle autorità giapponesi. «Continuiamo a vedere che radiazioni escono dal sito e la domanda è: da dove esattamente vengono fuori?».
Un portavoce del «governo municipale» di Tokyo (l’area metropolitana conta 35 milioni di abitanti, ma circa 4 se ne sono allontanati a causa della fuga radioattiva) ha riferit che il livello di iodio radioattivo trovato nell’acqua della capitale eccede i limiti legali fissati per il consumo dei neonati.
Sul piano economico, invece, si comincia a tracciare qualche ipotesi di stima dei danni riportati dal convergere di terremoto, tsunami e crisi nuclaere: tra i 185 e i 308 miliardi di dollari. È la prima stima del governo giapponese.
Tra le «buone notizie», invece, c’è il ripristino dell’energia elettrica nella sala controllo del reattore 3.
Ma la terra continua a tremare. Una serie di scosse di assestamento ha colpito la parte nordorientale del Giappone nelle ultime ore. La più forte – alle 7.12 di stamattina, ora locale – era di magnitudo 6 della scala Richter.
Il bilancio delle vittime è intanto salito a 9.301 morti accertati e 13.786 dispersi.
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