La Nato ha respinto oggi le critiche dei ribelli libici che l’accusano di non aiutarli abbastanza e di agire troppo lentamente, lasciando morire il popolo di Misurata. “La nostra missione ha come scopo primario di proteggere i civili. Per noi Misurata è la priorità numero uno”, è la replica della vice portavoce della Nato Carmen Romero. “L’ambizione e la precisione dei nostri raid aerei non è cambiata», ha assicurato la portavoce, citata dall’Ansa, rispondendo così alle accuse sollevate dalla decisione statunitense di ritirare i propri aerei da combattimento dal teatro di crisi. Nei primi sei giorni di operazioni, gli aerei Nato hanno condotto 851 sortite, e in 334 casi – secondo la Nato – sono stati fatti “attacchi mirati”. Rimane da chiedersi dove siano finite le bombe e i missili negli altri 517 casi “non mirati”. Le denunce sulle vittime civili dei bombardamenti sulla Libia sembrano dunque in qualche modo confermate dalla contraddizione dei dati forniti dalla Nato stessa. Per ammissione della Nato la conduzione di raid aerei mirati contro gli obiettivi militari di Gheddafi “è diventata più difficile a causa dell’utilizzo di civili come scudi umani, in particolare nella città di Misurata”. E’ evidente come questa tesi sia consolatoria per un verso e ridicola dall’altro. Le forze fedeli al leader libico, secondo la Nato “stanno cambiando tattica, usando veicoli civili e nascondendo i carri armati in città come Misurata. Inoltre, usano scudi umani per la loro protezione. Ciò rende più difficile colpire i target” sottolinea in questo caso la portavoce ufficiale della Nato, Oana Lungescu.
Intanto secondo il ministro della Difesa francese, Gerard Longuet la popolazione della città libica di Misurata, assediata dalle truppe di Gheddafi, potrà ottenere rifornimenti via mare da parte dei ribelli. Intervendo alla radio France Internationale .Il ministro Longuet, «ha considerato che delle imbarcazioni degli insorti in partenza da Bengasi con un carico di derrate alimentari avrebbero potuto navigare e portare rifornimenti a Misurata». In precedenza, invece, «la lettura dell’embargo era che nessuna nave potesse rifornire nessuna città». “Oggi – ha proseguito – abbiamo riaperto la circolazione a Tobruk e Bengasi, e quindi le navi da Bengasi potranno, nonostante la presenza della marina di Gheddafi, rifornire Misurata, perchè la Nato – che ieri aveva bloccato le navi dei ribelli con a bordo armi e aiuti – impedirà qualsiasi azione di forza della marina libica”. Longuet ha poi sottolineato come la situazione nella città sia «molto difficile», affermando di comprendere «l’impazienza degli insorti», che ieri avevano accusato la Nato di lasciar morire gli abitanti della città.
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