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Egitto. Colpito nuovamente il gasdotto verso Israele

Uomini armati hanno attaccato e fatto esplodere il gasdotto che, attraverso il nord del Sinai, in Egitto, riforniva di gas Israele e la Giordania. Lo ha reso noto una fonte della sicurezza, aggiungendo che il rifornimento di qas verso questi due paesi si è interrotto. L’esplosione si è verificata in un sobborgo della città di El Arish, nel Sinai egiziano. Già a febbraio un gasdotto che da El Arish trasportava gas naturale era stato dato alle fiamme. Secondo quanto scrisse allora l’agenzia di stampa Mena, l’esplosione sarebbe stata frutto di un attentato. L’esplosione che ha colpito questa mattina all’alba il gasdotto che passa per El Arish nel Sinai è un atto di «sabotaggio». Lo ha affermato il governatore del Nord Sinai Abdel Wahab Mabrouk alla televisione di stato egiziana precisando che non ci sono state vittime nell’esplosione al terminale di Al Sabil.

Israele «deve prepararsi a convivere con una situazione in cui il rifornimento di gas dall’Egitto venga interrotto». È quanto ha dichiarato questa mattina il ministro israeliano delle Infrastrutture Uzi Landau parlando alla radio dell’Esercito. Israele dipende dall’Egitto per il 40 per cento del consumo di gas. Il gasdotto di El Arish, nel nord del Sinai, era stato già oggetto di un attentato il 5 febbraio. In seguito a quel sabotaggio, la distribuzione di gas in Israele era stata interrotta. La sua ripresa era avvenuta solo pochi giorni fa, ma questo ulteriore attacco ha costretto le autorità di Tel Aviv a chiudere nuovamente i rubinetti.

Hanno ampio e preoccupato rilievo oggi sulla stampa israeliana i risultati di un recente sondaggio d’opinioni condotto in seno alla popolazione egiziana, stando al quale la maggioranza degli interpellati, il 54%, si sono espressi a favore dell’abrogazione del trattato di pace con Israele. Solo il 36% sono di parere opposto. Il sondaggio, condotto dal Pew Research, un istituto di ricerche americano su un campione di un migliaio di egiziani (il margine d’errore è del più o meno 4%), indica che ancora dopo trent’anni dalla firma del trattato la pace con Israele resta molto impopolare in seno ad ampi strati della popolazione egiziana, soprattutto se a basso reddito. La notizia ha un rilievo molto ampio sul quotidiano Haaretz che dedica alla questione quasi tutta la terza pagina e con un titolo allarmato: «Ampio sondaggio in Egitto: la maggioranza vuole la revoca della pace con Israele». Sostanzialmente identici i titoli anche sugli altri maggiori quotidiani, come Yedioth Aharonoth e Maariv. Finora i candidati presidenziali in Egitto appaiono apertamente ostili a Israele anche se, almeno per alcuni, non necessariamente fino al punto di voler revocare il trattato di pace, se non altro per motivi economici.

La relazioni bilaterali tra i due paesi cominciano a scricchiolano in più punti.

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