Nelle prime ored ella mattinata era stato indicato in 17 il numero delle vittime nella pizza di Sanaa attaccata dall’esercito. Che evidentemente vuol “festeggiare” a suo modo il ritono in Yemen di Saleh, dopo tre mesi di cure in Arabia Saudita.
Questa notte l’esercito yemenita ha lanciato un violento attacco contro la Piazza del Cambiamento a San’a, uccidendo almeno cinque oppositori, secondo alcuni testimoni oculari. Obiettivo delle forze del presidente di Ali Abdallah Saleh era i manifestanti che da gennaio chiedono la fine del suo regime. “Almeno cinque persone sono state uccise”, ha confermato una fonte medica. Con queste nuove vittime sale a 25 il bilancio dei morti tra ieri e oggi e a 120 dall’inizio dell’ondata di violenze nella capitale nell’ultima settimana.
Ieri, il presidente Saleh, rientrato a sorpresa in patria dopo oltre tre mesi di convalescenza a Riad, ha auspicato una tregua nei violenti scontri che contrappongono i suoi sostenitori e oppositori a San’a, in vista di una soluzione “negoziata” dell’impasse politica nel Paese arabo.
Sempre ieri l’Amministrazione Obama ha chiesto al presidente Saleh di “impegnarsi per una transizione completa del potere”, e ha condannato l’uso della forza contro i manifestanti antigovernativi, sottolineano come solo una “soluzione politica” possa mettere fine alla crisi.
La Guardia repubblicana, corpo di elite dell’esercito dello Yemen, ha bombardato oggi parte della Piazza del Cambiamento, epicentro della contestazione contro il regime a Sanaa. Almeno 11 soldati dissidenti sono stati uccisi e 112 feriti, ha detto all’agenzia Afp una fonte dell’esercito dissidente. L’attacco della Guardia repubblicana era mirato a un campo della prima divisione blindata del generale dissidente Ali Mohsen al-Ahmar.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa