ore 16.17 Manifestanti sono entrati di nuovo nell’ambasciata britannica a Teheran, nonostante la presenza massiccia della polizia: lo indicano le immagini appena diffuse dalla tv iraniana, e i testimoni in loco.
Scontri tra la polizia iraniana e i manifestanti che hanno attaccato l’ambasciata britannica a Teheran. Secondo la Fars citata dalla Reuters, la polizia sta facendo uso di lacrimogeni per disperdere la folla.
Alcuni manifestanti sono penetrati stamattina dentro l’ambasciata britannica a Teheran. Nei giorni scorsi la tensione tra Londra e Teheran è salita in seguito alla decisione del Parlamento iraniano di espellere l’ambasciatore britannico per effetto delle sanzioni della Gran Bretagna contro l’Iran.
I manifestanti sono entrati nell’ambasciata, riferisce in particolare l’agenzia Fars, superando la resistenza della polizia, e hanno sostituito la bandiera britannica all’ingresso con quella iraniana. Sul sito della agenzia vi è una foto della targa all’ingresso della ambasciata sporcata di rosso con l’intero palmo di due mani.
L’Ambasciata inglese a Teheran è un altro «covo di spie», recita uno degli slogan scanditi dai manifestanti di fronte alla rappresentanza diplomatica di Londra. E’ lo stesso appellativo usato dagli studenti che nel 1979 avevano occupato l’ambasciata Usa. Alcuni sono entrati nell’area dell’ambasciata scavalcando il muro di recinzione.
I dipendenti dell’ambasciata britannica sono scappati da un’uscita secondaria. Lo riferisce l’agenzia iraniana Mehr. Non è chiaro se l’ambasciatore fosse presente in ambasciata al momento dell’assalto. La stessa agenzia aveva parlato ad un certo punto di sei ostaggi, per poi cancellare la notizia senza spiegazioni.
Centinaia di studenti sono entrati anche nel parco Qolhak a nord di Teheran, di proprietà britannica, e hanno sottratto documenti «segreti» e collegati ad attività di «spionaggio», secondo l’agenzia ufficiale iraniana Irna.
Nel parco, riporta ancora l’agenzia, si trovano un gruppo di cittadini stranieri (probabilmente britannici), che vengono «protetti» da circa 200 studenti del corpo di volontari Basij. Nello stesso parco di Qolhak è in corso da qualche settimana un braccio di ferro tra la rappresentanza diplomatica e il Comune di Teheran, che ha prima contestato un abbattimento illegale di alberi, e poi ha cominciato a rivendicare la proprietà della stessa area verde.
Intanto, gli studenti affermano che non se ne andranno fin quando l’ambasciatore britannico in Iran non lascerà il paese. E’ stato anche messo un lucchetto e una catena all’ingresso, come gesto simbolico per indicare la volontà che la sede diplomatica sia chiusa. La tv di stato riporta che i manifestanti non intendono andarsene prima dell’espulsione dell’ambasciatore e la fine alla politiche «ostilì della Gran Bretagna.
Infatti secondo il quotidiano The Indipendent, l’attacco all’ambasciata arriva dopo che il Consiglio dei Guardiani, ieri ha ratificato una legge parlamentare che ha abbassato il livello dei legami diplomatici con il Regno Unito come rappresaglia per il suo sostegno alle sanzioni contro Teheran. Il disegno di legge – approvato con una maggioranza schiacciante – richiede che l’Iran e la Gran Bretagna a ritirino i propri ambasciatori e chiede anche che gli scambi tra i due Paesi debbano essere ridotto a “livelli minimi”. In risposta, il ministro degli esteri William Hague ha detto ai parlamentari intervendo alla Camera dei Comuni che il Regno Unito saprebbe “rispondere con fermezza” se le autorità in Iran espuelleranno il proprio ambasciatore da Teheran.
Egli ha detto: “E non farà nulla per riparare reputazione internazionale dell’Iran.
La settimana scorsa – riferisce ancora The Indipendent – la Gran Bretagna ha annunciato di aver tagliato tutti i legami finanziari con le banche iraniane, in risposta alle ambizioni nucleari del paese.
Il Cancelliere George Osborne ha detto che tutti gli istituti di credito britannici e gli istituti finanziari hanno dovuto cessare l’attività con le banche iraniane dal pomeriggio di Lunedi 21 novembre.
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