“Siamo abbastanza da poter prendere subito il Cremlino e la Casa Bianca (la sede del governo russo e non quella degli Usa, ndr)”, ha dichiarato Alexei Navalny, nel suo intervento dal palco uno dei leader della protesta. Navalny è blogger uscito pochi giorni fa dal carcere dove era stato detenuto per quindici giorni. In un altro passaggio suo intervento ha però abbassato il tiro “Siamo gente pacifica, e non abbiamo ancora intenzione di farlo. Siamo pacifici ma non tollereremo questa situazione per sempre”. Navalny ha citato come casi di detenzione ingiusta quelli dell’oligarca Milhail Khodorkovsky e la morte in carcere dell’avvocato Sergei Magnitsky che aveva denunciato un caso di corruzione delle autorità. Collegato in video, ha parlato anche la rock star Yuri Shevchuk, leader del gruppo DDT, mentre dal palco ha parlato anche l’attivista anti droga Evgheny Roizman.
L’ex ministro delle Finanze, Alexei Kudrin, al governo fino a pochissimo tempo fa, un sostenitore del monetarismo spinto e delle politiche di “rigore economico”, considerato un uomo di Putin fino all’altroieri, si è presentato fra i manifestanti, sollecitando la convocazione di nuove elezioni legislative entro un anno e la formazione di un partito politico democratico che unisca tutte le forze dell’opposizione. Ma l’ex ministro delle finanze, salito sul palco per parlare ai manifestanti, è stato accolto dalla piazza con fischi e cori di «vergogna, vergogna» . Silurato dal presidente Medvedev e rappresentante dell’ala liberale, Kudrin aveva spezzato una lancia recentemente a favore della protesta e della nascita di un nuovo partito liberale ma oggi la piazza lo ha sommerso di fischi identificandolo evidentemente ancora con l’entourage di Putin.
Alla manifestazione che si è svolta oggi a Mosca contro i brogli elettorali non ha partecipato l’ex presidente dell’Urss, Mikhail Gorbaciov, che aveva annunciato la sua presenza compatibilmente con i suoi problemi di salute. «Ma il mio cuore è con voi e sostengo tutte le vostre richieste», ha fatto sapere tramite inviando un messaggio letto dal palco. Tra i manifestanti si è visto invece l’oligarca Mikhail Prokhorov, uno dei candidati per le presidenziali di marzo.
La manifestazione si è conclusa e si è data appuntamento nuovamente in piazza il prossimo febbraio per protestare contro il tandem Putin-Medvedev e i brogli elettorali. Lo ha annunciato l’ex deputato indipendente Vladimir Rizhkov al termine del comizio che dopo tre ore ha concluso la seconda grande protesta di piazza a Mosca per «elezioni oneste». I manifestanti hanno approvato una risoluzione che ribadisce le cinque richieste della protesta precedente aggiungendo altre due istanze: la creazione di un’organizzazione moscovita di osservatori per monitorare le elezioni e l’invito a non dare neppure un voto al premier Putin nelle presidenziali del prossimo marzo. La manifestazione protesta si è tenuta sulla via Sakharov della capitale. Centoventimila persone, secondo gli organizzatori (trentamila secondo il ministero degli Interni) comunque indubbiamente più grande di quella tenuta in piazza Bolotnaya il dieci dicembre scorso.
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