I miliziani del Cnt hanno fermato questa mattina nei dintorni di Bengasi un gruppo di persone ritenute sostenitori del defunto colonnello Gheddafi, sorpresi in possesso di 76 razzi. Lo ha annunciato l’inviato della tv satellitare Al-Arabiya da Tripoli. Al momento non è stato reso noto quanti siano i fermati. Il sospetto è che fossero pronti ad attaccare le celebrazioni del primo anniversario della rivoluzione libica. Le persone fermate avevano foto del colonnello e bandiere verdi.
Iniziano oggi e andranno avanti per giorni le manifestazioni previste in varie città della Libia, e in particolare a Bengasi, per commemorare l’inizio della guerra civile che ha portato alla deposizione e all’uccisione del leader libico Muammar Gheddafi. Iniziata il 17 febbraio di un anno fa, la rivolta che tanto somigliò ad un colpo stato, viene oggi celebrata in un clima di continua forte instabilità nel Paese africano. Decine di milizie sono tuttora in azione in Libia, armate come lo furono i ribelli per far cadere il regime di Tripoli. Ieri il leader ad interim Mustafa Abdul Jalil ha promesso una risposta severa a chiunque minaccerà la sicurezza nazionale durante le celebrazioni odierne, in cui si ricorda la prima grande manifestazione contro Gheddafi che si tenne proprio a Bengasi, diventata poi la roccaforte dei ribelli del Cnt sostenuti dalla forze armate della Nato. A quella manifestazione seguì immediatamente una guerra civile, che ha visto l’intervento militare della Nato a fianco dei miliziani anti-Gheddafi. Per garantire la sicurezza e limitare gli incidenti in occasione dell’evento sono stati disposti blocchi stradali a Tripoli. Le autorità libiche stanno bloccano l’ingresso ai tunisini che arrivano dal posto di frontiera di Ras Jedir, uno dei più trafficati del confine libico-tunisino . È stata smentita, da fonti militari citate dalla Tap, la presenza di truppe del Qatar in rinforzo al dispositivo di sicurezza allestito alla frontiera con la Libia. La notizia era rimbalzata sui social network tunisini negli ultimi giorni e messa in relazione con l’attivismo diplomatico qatariota. Nei giorni scorsi, per una visita «non annunciata dal governo» (questa la formula scelta per darne notizia) era a Tunisi il generale Hamad Ben Ali El Atia, capo di stato maggiore delle forze armate del Qatar.
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