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12 palestinesi uccisi a Gaza in un raid isaeliano

Tra loro, il comandante Zuhair al-Qaissi, leader dell’ala armata dei Comitati popolari di resistenza, gruppo che aveva caturato e tenuto prigioniero a lungo il soldato Gilad Shalit. Secondo quanto riferiscono testimoni, alcuni droni israeliani sono stati visti volare sopra il luogo poco prima che il veicolo sui cui si trovavano le vittime esplodesse, in un distretto meridionale di Gaza City.

Il portavoce dei Comitati popolari di resistenza, gruppo di militanti vicino ad Hamas, ha confermato la morte del leader. “I codardi sionisti – riferisce l’uomo, utilizzando lo pseudonimo di Abu Mujahid – hanno commesso un terribile crimine e conoscono il prezzo che dovranno pagare. Chiediamo ai nostri combattenti di rispondere al nemico sionista con tutta la forza. Dobbiamo vendicare il nostro leader e la risposta, voglia Dio, sarà di portata equivalente a questo efferato crimine”.

L’esercito israeliano, come al solito, aferma di non volere una escalation ma solo di esser “preparato a difendere i residenti”. I militari di Tel Aviv accusano Hamas di utilizzare altri gruppi per condurre gli attacchi e sostengono che “dovrà affrontare le conseguenze di queste azioni”. Ogni volta che Israele prende di mira militanti di Gaza sostiene che questi stiano preparando attacchi, ma negli ultimi mesi la situazione è stata abbastanza calma.

Al-Qaissi, conosciuto anche come Abu Ibrahim, è la figura di più alto profilo tra i militanti uccisa a Gaza negli ultimi mesi.

Sul fronte israeliano sono quattro le persone rimaste ferite, di cui una in modo grave, dai colpi sparati dalla Striscia di Gaza in risposta ai raid aerei. Secondo l’esercito israeliano una quarantina di razzi e ordigni sono stati lanciati ieri sul territorio israeliano dalla Striscia.

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