In Messico Benedetto XVI renderà omaggio alla patrona Nostra Signora de Guadalupe, e a Cuba verrà per celebrare analogamente la Sagrada Virgen de la Caridad del Cobre, protettrice di Cuba, nel quarto centenario del ritrovamento dell’icona della santa. All’arrivo a Santiago Papa Ratzinger sarà accolto dal presidente cubano Raùl Castro, dal ministro degli esteri Bruno Parrilla e dai dirigenti provinciali e cittadini. Il programma della visita prevede la celebrazione di una prima messa che il Papa officerà nella grande plaza de la revoluciòn intitolata ad Antonio Macèo, chiamato dai cubani “el titàn de bronce”. Antonio Macèo fu il più importante generale e valoroso combattente dell’esercito dei mambìses, i cubani che sostennero le guerre di indipendenza contro la Spagna padrona imperiale dell’isola, e cadde nell’ennesimo combattimento della sua cavalleria contro l’armata spagnola nel 1896. Dunque,il Papa, dirà messa vicino al grande monumento equestre dell’eroe nazionale cubano in una piazza che sarà sicuramente affollata da diverse centinaia di migliaia di persone.
Santiago, situata nell’oriente cubano a 850 chilometri dall’Avana, è la città con la maggior percentuale di popolazione nera e mulatta di Cuba dove convivono varie e diverse confessioni religiose cristiane, e inoltre quelle del sincretismo e delle tradizioni d’origine africana. Conoscendo la generosa e anche devota disponibilità dei cubani e dei santiagueri in particolare, Papa Benedetto XVI riceverà sicuramente un grandioso e partecipato benvenuto, abbastanza simile a quello ricevuto da Papa Woytila nel 1998. Altra particolarità di Santiago è quella di essere la città-eroe della revoluciòn poichè quì avvenne, il 26 luglio del 1953, l’assalto alla grande caserma Moncada da parte del manipolo di novanta uomini capeggiati da Fidel Castro, e sempre a Santiago due mesi più tardi avvenne il processo a Fidel e ai superstiti condannati a 15 anni di carcere duro. Ancora a Santiago avvenne, dal 1956 al 1958, la maggior resistenza clandestina nelle città alla feroce dittatura di Fulgencio Batista il cui esercito venne poi logorato e sconfitto nelle battaglie della guerriglia di Fidel e del Che sulla vicina Sierra Maestra, a poche decine di chilometri dalla capitale provinciale.
Immersa nei boschi alle falde della sierra, è situata anche la cattedrale dedicata alla Vergine della Caridad del Cobre che si raggiunge in mezz’ora di tragitto da Santiago. La chiesa del Cobre è la meta principale del viaggio del Papa che vi arriverà nello stesso lunedi 26 per celebrare una solenne cerimonia in omaggio alla santa protettrice di Cuba. La chiesa, in stile eclettico con tracce di barocco spagnolo, è eretta su una ampia gradinata con due corpi laterali e una torre centrale. All’interno, nella navata centrale, si erge un altare sul quale, in una teca in cristallo, è contenuta la statua della Virgen del Cobre, immagine di caratteristica bellezza e forte impatto visivo. La figura della madonna con bambino è avvolta da un grande manto triangolare color giallo-oro e il sorridente volto della Virgen è contornato da una aureola di gioelli e da un’altro ancor piu ampio arco di gemme sfavillanti. A questa immagine, santa patrona del paese, l’intero popolo cubano è molto devoto. Per chi non ha mai visto il santuario e la statua, anche il poterlo vedere via televisione sarà un esperienza di notevole suggestione. E’ davanti a questa statua che Papa Benedetto XVI si concentrerà nella preghiera. La leggenda racconta che nel 1612 tre giovani pescatori, i fratelli spagnoli De Hoyos e il nero liberto Juan, si salvarono dal mare in tempesta grazie all’immagine della santa ritrovata su una tavola tra i flutti. Ovvio, infine, segnalare che questa chiesa-santuario isolata tra la vegetazione tropicale, sia un luogo molto visitato da viaggiatori e turisti di varie provenienze isolane e estere.
Papa Ratzinger concluderà la sua prima giornata a Cuba ospite a Santiago della scuola-residencia de Sacerdotes. Martedi 27 marzo il Papa raggiungerà L’Avana dove perteciperà alla conferenza dei Vescovi cattolici cubani, mentre lungo tutta l’isola da ben 16 mesi si sta effettuando una peregrinazione della immagine della Virgen del Cobre trasportata da delegazioni religiose in ospedali, ricoveri di anziani, istituzioni culturali lungo un percorso per cittadine e paesini di Cuba in un itinerario di ben 28mila chilometri. Il Papa poi nuovamente si incontrerà col presidente Raùl Castro col quale è previsto un ampio colloquio su varie tematiche da quella religiosa a quelle sociali, politiche e culturali.
E’ noto che le relazioni tra Vaticano e Cuba sono piu che buone (il viaggio di 5 giorni di Papa Woytila nel gennaio 1998 aprì una nuova era nei rapporti tra Cuba e Chiesa cattolica). Relazioni che avranno per protagonista anche il cardinale e arivescovo dell’Avana Jaime Ortega (che abbiamo visto più volte officiare, a Natale, la festosa messa di mezzanotte, in cubano “la misa del gallo”). Il prestigio e la popolarità del cardinal Ortega sono importanti, e con Raùl si è incontrato in varie opportunità negli ultimi anni per consigliare e concordare decisioni col governo cubano. Avrà particolare ruolo nella visita di Benedetto XVI a Cuba ( storica anche questa pur se meno epocale della prima visita di un pontefice a Cuba, quella di Giovanni Paolo II Woytila che quattordici anni fa venne calorosamente ricevuto da Fidel Castro) sarà la presenza del segretario di stato Vaticano, cardinal Tarcisio Bertone che già ha conosciuto bene L’Avana durante un viaggio nel 2007, di cui ricordiamo una sua locuzione nell’aula magna dell’università e la visita che effettuò alla ELAM, “Escuela latinoamericana de medicina”, un’ università speciale dell’Avana nella quale studiano e si laureano in medicina, e completamente gratis, migliaia di giovani provenienti da molti paesi latinoamericani, africani e, addirittura, dagli Stati Uniti. (Pochi, solo tre decine, ai quali il governo americano ha permesso di venire a Cuba per questo: laurearsi come medici senza spendere un solo dollaro!). Il cardinal Bertone si mostrò evidentemente compiaciuto di quella visita (conserviamo un video del suo saluto nella scuola di medicina alle varie delegazioni studentesche straniere con tanto di bandiera nazionale).
Dunque Papa Ratzinger e Raùl Castro parleranno certamente di vari temi sul tappeto: le relazioni bilaterali e internazionali, le condizioni economiche e sociali dell’isola e del continente latinoamericano, il tema dell’ecologia e dell’ambiente e quello dei diritti umani (a Cuba e anche nel resto del mondo) e anche di problemi cubani molto poco conosciuti in Occidente, come il perdurare da oltre 50 anni del più lungo e duro blocco economico della storia, quello imposto dagli Usa contro Cuba (anacronistico, condannato da vent’anni ogni fine d’ottobre dalla quasi totalità delle 193 nazioni rappresentate nella assemblea plenaria delle Nazioni Unite, notizia totalmente sconosciuta da stampa e tv italiane!). Il viaggio del Papa si concluderà mercoledi 28 con la celebrazione di una speciale santa messa nella plaza de la revoluciòn Josè Martì de L’Avana. E’ la grandiosa piazza habanera di tutte le grandi manifestazioni politiche e sociali cubane, in primis lo straordinario primero de Mayo, festa orgogliosa , festosa e colorata con un milone di lavoratori cubani. Così come un milione saranno donne e uomini, giovani e anziani dell’Avana e di Cuba a presenziare alla messa del secondo Papa di Roma che visita Cuba in meno di 15 anni. Tutto fa presumere che il viaggio di Papa Ratzinger sarà un buon e positivo successo.
Secondo noi rimane una cosa ancora di cui non è data notizia nè indiscrezione. Se, cioè, il Papa incontrerà Fidel Castro. Noi scommettiamo di sì poichè fu lui il presidente che accolse nella maggior isola dei Caraibi il pontefice della cristianità Karol Woytila ed è quindi giusto e logico che incontri anche Ratzinger. Ma questa volta si tratterà verosimilmente di un incontro privato, non ufficilizzato dai protocolli. Perchè Fidel, che a causa della grave malattia del 2006, lasciò poi ogni sua carica al vertice dello stato, è oggi un semplice cittadino cubano. Di mestiere fa il giornalista, coi suoi articoli settimanali, e il frequentatore di manifestazioni. Nei giorni scorsi è stato presente per diverse ore alla Fiera del libro de L’Avana, mischiato alla gente, seduto in platea o sul palco a dibattere e discutere con gli autori sulla presentazione dei libri. Fidel sta bene, la sua mente è molto lucida. Nella sostanza è sempre lui. L’uomo che ha dato a Cuba la sua prima vera indipendenza e effettiva sovranità nazionale, dopo 4 secoli di dominio spagnolo e poi 60 anni di neo-colonia statunitense. Noi scommettiamo che Fidel incontrerà il suo secondo Papa.
Infine resta un’ultimo elemento da considerare: l’atteggiamento della nostra stampa e tv (notoriamente avverse a Cuba, documentate da una quantità di informazioni sempre e solo negative), che sicuramente seguiranno abbondantemente il viaggio papale a Cuba. Nel primo grande evento, quello di Papa Woytila nel 1998, le imprecisioni, gli errori di fatti, di date e di dati, di luoghi, furono notevoli. In parte dovuti per non conoscenza, in parte, crediamo, per malizia. Come quando un giornalista italiano dirigendo una tavola rotonda nei giardini dell’hotel Nacional alla vigilia dell’arrivo di Woytila a Cuba, in trasmissione tv (seguita da 5 milioni di telespettatori in Italia), disse: ” Vi propongo un giudizio su una frase pronunciata da Fidel Castro: “La storia mi assolverà”. Solo che il giornalista italiano si “dimenticò”di precisare dove e quando e come fu detta quella frase: Era stata pronunciata nell’ottobre 1953! Diretta ai giudici militari che lo condannavano alla prigione! (Se non si precisa il contesto storico…. di decenni prima….la provocazione…è servita. O no?).
Qui di seguito l’editoriale del Granma
Benvenuto a Cuba Sua Santità Benedetto XVI
Il popolo cubano riceverà il prossimo lunedì 26 marzo, con affetto e rispetto, il Papa Benedetto XVI, Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica e Capo dello Stato di Città del Vaticano, come invitato del Governo e della Conferenza dei Vescovi Cattolici di Cuba.
Il nostro paese si sentirà onorato di accogliere Sua Santità con ospitalità, e di mostrargli il patriottismo, la cultura e la vocazione solidale e umanista dei cubani in cui si sostentano la storia e l’unita della nazione.
Accoglieremo anche con l’amicizia che ci caratterizza le migliaia di pellegrini che staranno con noi in queste giornate, sicuramente memorabili.
Quattordici anni fa, abbiamo ricevuto con gli stessi sentimenti il Papa Giovanni Paolo II che prima della sua partenza si riferì alla profonda impronta lasciata dal suo soggiorno e ringraziò per la cordiale ospitalità, espressione genuina dell’anima cubana.
La visita apostolica del Papa Benedetto XVI, che si estenderà sino al 28 marzo, è motivata dalla commemorazione del 400º anniversario dell’incontro dell’immagine della Vergine della Carità del Cobre.
Di recente le Vergine Pellegrina ha percorso tutto il paese in compagnia di credenti e non credenti.
Siamo sicuri che Sua Santità conserverà con affetto il ricordo di quest’Isola dei Caraibi, che considera la Sua visita come una manifestazione di fiducia e un’espressione rinnovata delle eccellenti e ininterrotte relazioni tra la Santa Sede e Cuba.
Negli ultimi mesi le autorità della Chiesa Cattolica, del Vaticano e del nostro Governo, hanno lavorato per far sì che la visita di Papa Benedetto XVI sia un successo.
Dal suo arrivo a Santiago di Cuba, nell’Oriente del paese, terra eroica e culla delle gesta emancipatrici per la nostra libertà, le cubane ed i cubani riceveremo e accompagneremo il Papa.
La presenza in massa della popolazione di Santiago di Cuba e de L’Avana, assieme ai compatrioti di altre province, esprimerà la soddisfazione che rappresenta ricevere il Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica e mostrerà la nostra unità, il civismo e la cultura.
Sua Santità conoscerà un popolo sicuro delle sue convinzioni, nobile, istruito equanime e organizzato, che difende la verità ed ascolta con rispetto.
Nel ricevimento in Piazza della Rivoluzione Antonio Maceo y Grajales, di Santiago di Cuba, nella Piazza della Rivoluzione José Martí, a L’Avana e nel commiato, il Papa Benedetto XVI incontrerà una Nazione che lotta per la dignità umana, la libertà, l’indipendenza, la solidarietà, il bene comune per conquistare tutta al giustizia e per un mondo migliore che non solo è possibile, ma è imprescindibile.
(Traduzione Granma Int.)
* corrispondente di Radio Città Aperta
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La pubblicazione Cubadebate ha diffuso un comunicato dell’arcivescovo dell’Avana. Qui di seguito la nota.
Nel pomeriggio di martedì 13 di marzo, un gruppo di tredici persone formato da uomini e donne adulti che si identificano come dissidenti erano accorsi alla Basilica Minore di Nostra Sig.ra della Carità di questa arcidiocesi di L’Avana, hanno manifestato al rettore di questo Santuario Diocesano, padre Roberto Betancourt, che avevano un messaggio per il Santo Padre Benedetto XVI ed una serie di domande sociali e si rifiutavano di abbandonare il tempio.
Successivamente, nel posto si è presentato il cancelliere dell’arcidiocesi di L’Avana, monsignore Ramón Suárez Polcari, che ugualmente ha ascoltato le loro petizioni, li ha rassicurati che il loro messaggio sarà trasmesso e ha chiesto loro di abbandonare il tempio per la chiusura, all’ora abituale, cosa che hanno respinto. Alla fine il tempio è stato chiuso e gli occupanti sono rimasti nel suo interno. Frequentemente hanno fatto e hanno ricevuto chiamate usando i loro telefoni cellulari.
Per tutto questo tempo, inoltre, le autorità ecclesiastiche hanno mantenuto una comunicazione frequente con le autorità di governo chi si sono impegnate a non agire in modo alcuno. Ugualmente questo è stato trasmesso al gruppo di occupanti, ed è stato offerto loro di ricondurli alle proprie case in auto della Chiesa. Ogni tentativo per persuaderli è stato inutile. All’alba di oggi, mercoledì 14, abbiamo saputo che situazioni simili si erano presentate in altre chiese del paese, ma gli occupanti avevano abbandonato già i templi.
Si tratta di una strategia preparata e coordinata da gruppi in varie regioni del paese. Non è un fatto fortuito, bensì ben pensato ed apparentemente col proposito di creare situazioni critiche man mano che si avvicina la visita del Papa Benedetto XVI a Cuba. Abbiamo ricevuto comunicazione che altri gruppi e persone dissidenti sono stati convocati ad occupare templi in altre diocesi ma si sono rifiutati di farlo considerandolo un atteggiamento irrispettoso verso la “Chiesa.”
Nei templi cattolici di tutto il paese si recano migliaia e migliaia di fedeli ogni giorno. Le preghiere per i prigionieri, quelli che soffrono qualche ingiustizia, i defunti o i bisognosi di una vita degna, non mancano mai nelle nostre liturgie e celebrazioni. Chiunque lo desideri può andare a pregare al tempio, che è casa di preghiera aperta a tutti quelli che cercano in Dio la risposta alle loro necessità spirituali e pure materiali, o che ringraziano per un bene ricevuto.
Per questo stesso fatto, qualsiasi atto che voglia convertire il tempio in un luogo di dimostrazione politica pubblica, misconoscendo l’autorità del sacerdote, o il diritto della maggioranza che va lì alla ricerca della pace spirituale e di spazio per la preghiera, è certamente un atto illegittimo ed irresponsabile. La Chiesa ascolta e accoglie tutti, e intercede ugualmente per tutti, però non può accettare i tentativi di alterare la natura della sua missione o di mettere in pericolo la libertà religiosa di coloro che visitano le nostre chiese. Invitiamo coloro che così pensano ed agiscono, a cambiare atteggiamento, e se sono uomini e donne che si considerano cattolici, a comportarsi come tali.
Nessuno ha il diritto di convertire i templi in trincee politiche. Nessuno ha il diritto di turbare lo spirito celebrativo dei fedeli cubani, e di molti altri cittadini, che attendono con giubilo e speranza la visita del Santo Padre Benedetto XVI a Cuba.
Orlando Márquez Hidalgo
Arcivescovo di La Habana
La Habana, 14 marzo 2012
da Cubadebate 15 marzo 2012
(Traduzione a cura della redazione della rivista Nuestra America-Italia)
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