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Un calcio per la libertà

Oggi alcuni attivisti hanno occupato la sede parigina della Federazione Calcistica Francese, in Boulevard de Grenelle 87 e hanno chiesto ai suoi dirigenti di prendere pubblicamente posizione sulla sorte di Mahmoud Sarsak, calciatore palestinese in carcere in Israele, senza processo e senza notificazione di accuse, da 3 anni. Mahmoud è al suo 78° giorno di sciopero della fame, e potrebbe morire da un momento all’altro.

Israele gli ha negato un appropriato trattamento medico al di fuori del carcere di Ramleh; non può neanche essere visitato da medici indipendenti. Associazioni per la difesa dei diritti umani palestinesi (Addameer e Al Haq), e israeliane (Physicians for Human Rights), oltre a Amnesty International, chiedono il suo rilascio immediato.

Il 3 giugno, Mahmoud Sarsak, calciatore della nazionale palestinese di calcio è arrivato a 80 giorni di un estenuante sciopero della fame. E’ riuscito a sostenere lo sciopero della fame nonostante circa duemila palestinesi detenuti abbiano sospeso lo sciopero della fame 28 giorni fa. Il calciatore, che ha portato il nome e la bandiera della sua Palestina nelle arene internazionali, è stato arrestato dai soldati israeliani nel luglio 2009 mentre era con la squadra nazionale in Cisgiordania. Sarsak è stato etichettato come un ‘combattente illegale’ dal sistema giudiziario militare Israeliano, ed è stato imprigionato senza accuse o senza regolare processo. Sarsak non è solo e lo sciopero della fame continua. Akram al-Rekhawi, un prigioniero diabetico che ha bisogno di adeguate cure mediche ha rifiutato il cibo per oltre 50 giorni. Nel momento in cui stiamo scrivendo questo articolo, entrambi gli uomini sono in terribili condizioni di salute. Sarsak, una volta un possente atleta, ora è scheletrico e irriconoscibile.

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