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I “Friends of Syria” affossano il piano di pace di Annan

A Istanbul si sono riunite le potenze arabe del Golfo e quelle occidentali nel quadro della coalizione autodefinitasi “Friend’s of Syria” (Amici della Siria). La coalizione è sorta dopo il veto opposto in sede di Consiglio di Sicurezza da Russia e Cina che ha impedito che si procedesse ad una soluzione militare come avvenuto in Libia. Secondo l’agenzia Nena news “ad indicare la potenziale via di azione è stato il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, secondo la quale la transizione nel Paese dovrebbe prevedere “il pieno trasferimento di poteri” dalle mani del presidente Assad e la creazione di un governo ad interim pienamente rappresentativo delle forze politiche in campo”. La Nato e le petromonarchie puntano dunque ad un nuovo esecutivo che conduca Damasco verso nuove elezioni, ritenendo quelle appena svoltesi non legittime. Alla riunione di Instanbul, la Russia ha chiesto invano che l’Iran potesse partecipare ad un’eventuale conferenza internazionale sulla Siria. Quasi all’unanimità è giunta, invece, la richiesta di nuove sanzioni economiche contro Damasco, tra cui un embargo delle armi. “Non mancano indici puntati contro la missione delle Nazioni Unite e del suo inviato speciale Kofi Annan, 300 osservatori finora incapaci di far rispettare il cessate il fuoco” scrive la Nena News. Al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a New York, nuova riunione a cui parteciperà anche Annan: dall’ex segretario generale ONU si attende una nuova proposta in grado di mettere in salvo il piano di pace a sei punti dello scorso marzo. La speranza di Kofi Annan è ora quella di riuscire a mettere insieme un gruppo di Paesi – Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Cina, Russia e Paesi del Golfo, ma anche Iran – che possano influenzare in maniera definitiva le scelte del regime di Assad, evitando così un intervento armato esterno. La Francia di Hollande si è candidata ad ospitare la riunione del gruppo di opposizione “Amici della Siria” il prossimo sei luglio.

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