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La Grecia al voto. Cronache da un paese al bivio

 

I bambini scorazzano per la piazza di Gudi’ e le mamme li controllano con la coda dell’occhio, mentre frugano tra i fogli appoggiati sul gazebo alla ricerca del programma elettorale di Syriza. Un signore di mezza eta’ e’ sicuro: “Domenica ce la faremo, me lo sento”. Moltissimi di quelli che si avvicinano, chiedono, incoraggiano sono ex elettori del Pasok. Ora il travaso di voti verso Syriza e’ tale che l’antico e potente Partito Socialista della dinastia dei Papandreou e’ ridotto ai minimi termini. La gente vuole cambiare, non vuole piu’ fare sacrifici che ha scoperto essere inutili oltre che ingiusti. Ma molti hanno paura. La propaganda contro i ‘comunisti’ impazza, e prende di mira soprattutto il leader della sinistra radicale: troppo giovane, non sa bene l’inglese, e’ un rivoluzionario anche se parla da moderato… I quotidiani e le tv descrivono la possibile vittoria di Syriza come un salto nel buio, una avventura senza ritorno. La disinformazione e’ una macchina che non si ferma mai. “Nelle farmacie non ci sono i medicinali contro il cancro? E’ colpa di Tsipras!”.
Molti di quelli che si fermano al gazebo che recita ‘Il popolo puo’ tutto, basta memorandum e basta troika’ sono indecisi tra il voto di discontinuita’ e di alternativa a Syriza oppure un voto di continuita’ al centrodestra di Nuova Democrazia. Il partito di Samaras sta chiudendo la sua campagna elettorale nei giardini di Piazza Syntagma, promettendo di fare cio’ che non ha mai fatto in decenni di potere spartito con I socialisti. E’ con Nea Dimokratia che si gioca la partita delle elezioni di domenica, in un clima di fortissima polarizzazione politica. L’ultimo sondaggio, che doveva rimanere segreto visto che la legge li vieta nei giorni precedenti al voto ma i cui risultati sono stati ovviamente resi noti, dice che il centrodestra e’ di nuovo passato in testa rispetto a Syriza, 29 a 27 o giu’ di li. E che pero’ c’e’ una fetta enorme di elettori ancora indecisi. Voteranno scegliendo all’ultimo e probabilmente saranno determinanti.
Intanti pero’ la sensazione che I consensi nei confronti della Sinistra Radicale stiano montando e’ forte. Mercoledi, ci racconta un dirigente del KOE – una delle componenti della coalizione – la gente ha riempito la piazza del villaggio di Varnava, a un’ora di macchina dalla capitale, per ascoltare cio’ che lui e una candidata al Parlamento avevano da dire. Addirittura nei caffe’ tutti intorno le tv si erano spente, nonostante la concomitanza con gli incontri del campionato europeo di calcio. Non sono elezioni come le altre. “La gente ci ha chiesto di tutto, senza timore e senza tabu’: il debito, l’euro, la dracma… impensabile solo un anno fa in un placido paese della provincia”.

In altri piccoli centri intorno ad Atene invece i candidati di Syriza sono stati accolti con freddezza, si vociferava che le squadracce di Alba Dorata fossero pronte ad aggredirli. In un gran numero di villaggi, soprattutto quelli abitati dai discendenti delle comunita’ albanesi che si insediarono attorno ad Atene ai tempi dell’Impero Ottomano, I neonazisti hanno fatto il pieno di voti. Cosi’ come in alcuni quartieri popolari della Capitale, quelli piu’ degradati. Gli slogan di Alba Dorata – fuori gli immigrati, no all’euro, legge e ordine – hanno fatto presa. Anche se ora tutti I sondaggi danno Chrisi Avgi in calo. E cosi’ la campagna elettorale il movimento che usa la svastica come simbolo se l’e’ fatta a furia di aggressioni, verbali ma soprattutto fisiche. Ne sanno qualcosa le due deputate di Syriza e del KKE aggredite dal portavoce del movimento in tv la settimana scorsa. Oppure I militanti dei partiti di sinistra che mercoledi’ sono stati aggrediti e picchiati con i tirapugni in una strada del quartiere ateniese di Agia Paraskevi. All’inizio l’arrivo dei fascisti e dei loro cani ha colto gli attivisti di sorpresa ma poi, dopo averle prese, questi hanno reagito e hanno inferto ad uno degli aggressori il trattamento che si meritava. Prima di lasciarlo andare gli hanno sequestrato cellulare e carta d’identita’. “In tasca mi sono portato il pepe, se arrivano I nazisti coi cani glie lo lancio addosso e poi voglio vedere che fanno” ridacchia un attivista di Syriza mentre smonta il gazebo in Piazza San Tommaso, nel quartiere popolare di Gudi’. “I fascisti attaccano gli immigrati e I militanti della sinistra, e questo dimostra quanto servano al sistema per impedire a noi di crescere, di poter lavorare liberamente nella societa’. Ok, sono razzisti e quindi i pogrom contro gli immigrati hanno dal loro punto di vista senso. Ma perche’ le aggressioni contro quei partiti di sinistra che come loro sono contro la troika e contro il memorandum? Perche’ non se la prendono coi socialisti o con quelli di Nuova Democrazia? Perche’ non con Pangalos o Venizelos? Otterrebbero sicuramente piu’ voti…” si chiede sapendo gia’ quale e’ la risposta alla sua domanda.

Il loro capo, il ducetto di Alba Dorata, sbraita intanto che la Grecia si deve riprendere Smirne e Istanbul, e se la prende col sindaco di Salonicco reo di aver intitolato una via della seconda citta’ del paese al turco Kemal Ataturk, che pero’ proprio in quella citta’ ha avuto i suoi natali.

La nostra giornata elettorale e’ finita, e pure la seconda campagna elettorale nel giro di un mese e mezzo. E’ venerdi’ sera e domani e’ il giorno del silenzio. Ma in centro alcune migliaia di militanti comunisti ascoltano le dure parole della loro carismatica leader, Aleka Papariga. Dure soprattutto nei confronti di Syriza. “Greci non votate per loro, vi tradiranno” dice. “Si puo’ dire alla gente ‘o rivoluzione o niente?’ Mai la sinistra rivoluzionaria ha fatto questo discorso, neanche negli anni ’70 durante l’epoca della dittatura. Si chiedevano diritti, liberta’ e democrazia” commenta scontento il mio interlocutore mentre ci avviamo verso Gisy, altro quartiere popolare della capitale. “Se li senti parlare sembra che stiano preparando la rivoluzione per domani, ma poi… nei momenti topici dello scontro di questi anni si sono sempre sfilati, o addirittura ce li siamo ritrovati dall’altra parte, come quando l’anno scorso hanno schierato il loro servizio d’ordine a difendere il Parlamento che si apprestava a votare la capitolazione del paese alla Unione Europea della Merkel…”. Prima del voto del 6 maggio, Syriza propose al KKE si andare al voto uniti in quegli otto collegi del paese che eleggono un solo deputato, affermando che piuttosto che regalare quegli otto eletti alla destra era disponibile a far passare 7 candidati comunisti. Ma il KKE rispose picche…
Ora tutti I sondaggi danno il KKE in netto calo, molti dei suoi elettori si allontanano alla ricerca di una opzione di sinistra spendibile ora, di un miglioramento della situazione in un contesto di disperazione sociale crescente. Ma non e’ affatto positivo che ad una grande affermazione della Sinistra Radicale corrisponda una consunzione dei comunisti del KKE e di quelli di Antarsya, coalizione tra gruppi trozkisti ed m-l. Il paese che uscira’ dalle elezioni di domenica avra’ bisogno di tutte le sinistre e di una buona dose di fortuna, vada come vada. Alcuni militanti di Syriza hanno il timore che il loro movimento si piazzi in testa e che da lunedi’ sia chiamato a governare. “Ci faranno la guerra in maniera legale e illegale, ci metteranno I bastoni fra le ruote, mobiliteranno l’estrema sinistra e la destra contro di noi. I funzionari dello stato boicotteranno le nostre misure e ci faranno sembrare degli irresponsabili, degli inetti” ci aveva detto un militante di mezza eta’ giovedi’ sera, poco prima che Tsipras iniziasse a parlare in Piazza Omonia scaldando di nuovo i cuori e le menti della sua gente. “Fate che Bruxelles aspetti con ansia e timore la chiusura delle urne di domenica” e’ stato l’invito che il giovane e carismatico leader di Syriza ha lanciato ai 13 mila che lo ascoltavano in quel momento e idealmente a tutti I greci. Per chi parteggiano i mercati e gli ambienti finanziari del continente e’ piu’ che evidente: alla pubblicazione del sondaggio che dava la destra vittoriosa la Borsa di Atene reagiva con un piu’ dieci per cento, con i titoli delle banche che schizzavano su anche del doppio.

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