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I greci votano, i nazisti picchiano. Europa col fiato sospeso

I nazisti di Alba Dorata non si smentiscono mai. Ieri sera, dopo la partita di calcio che ha decretato la promozione al prossimo turno degli Europei della nazionale ellenica e il ritorno a Mosca delle selezione russa, gli squadristi si sono gettati in mezzo alla folla festante che ha invaso il centro della capitale e si sono dati all’ennesimo pestaggio degli immigrati che gli capitavano a tiro.

Li abbiamo visto nel primo pomeriggio, schierati davanti all’ingresso della loro sede centrale a pochi passi dalla stazione dei treni di Larissa nel centro della capitale, i gorilla di Chrysi Avgi, con la solita aria torva e minacciosa. Appena rallentiamo per dare un’occhiata dall’automobile in due si fanno avanti e decidiamo di desistere. Chi sa come fara’ a convivere con loro il proprietario romeno del magazzino al primo piano del palazzo dal quale ondeggia la svastica…

Attraversiamo rapidamente mezza Atene, e’ l’ora di pranzo e la citta’ scotta, faranno almeno 35 gradi. Ovunque propaganda dei partiti di sinistra – KKE, Syriza, Antarsya – e qua e la’ qualche faccione del nuovo padre padrone di un partito socialista che e’ ormai solo una brutta e piccola copia di cio’ che divento’ a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. Il faccione di Venizelos sembra quasi lo stereotipo, la caricatura del politico cinico e intrallazzone che oggi moltissimi greci si apprestano a escludere dal potere con un voto che, comunque vada, vedra’ la scomparsa del Pasok.

Arriviamo finalmente in un seggio elettorale nel cuore di Petropoli, quartiere ex operaio e ora bene nella periferia occidentale della capitale. Qui governano i comunisti, e’ l’unico caso ad Atene in cui il dimos, il municipio, lo gestisce il KKE. Davanti alla scuola adibita a centro elettorale un caos che ci ricorda quanto la Grecia sia ad est, nonostante tutto, del Mediterraneo. Contiamo cinque banchetti di altrettanti partiti – quelli della sinistra piu’ ND e Pasok – e una ventina di persone ognuno contraddistinto da un distintivo o da un adesivo. E poi bandiere, cartelli. La campagna elettorale a quanto sembra prosegue fin dentro il seggio e fino alla fine delle operazioni di voto. Due rappresentanti di Syriza ci raccontano che in mattinata si sono presentati i brutti ceffi di Alba Dorata, con fare intimidatorio. Dopo aver fatto un giro per le varie sezioni elettorali, si sono fermati al banchetto del partito di centrodestra di Samaras e hanno conversato amabilmente coi rappresentanti di Nuova Democrazia. C’e’ una buona affluenza, almeno e’ la sensazione di chi segue la giornata al seggio, visto che nel Paese il governo non fornisce dati intermedi sulla partecipazione al voto. “Sarebbe impossibile” scuote la testa un ragazzo, “qua negli elenchi degli aventi diritto ci sono ancora dei morti e magari manca gente che poi invece viene a votare”. Comunque che ci sia una maggiore affluenza sembra un dato certo, almeno per quanto riguarda Atene e i dintorni. Segno che un settore della popolazione si e’ mobilitato questa volta, che crede che queste elezioni valgano la pena. E – sorride beffardo il rappresentante di Syriza – “non ci si mobilita mica per votare un partito che non ha speranze di successo…”. Un altro sembra meno convinto che la maggiore affluenza premiera’ la sinistra radicale, visto che Nuova Democrazia sta tentando di portare alle urne settori di popolazione anziana che per un motivo o un altro non sarebbero andati a votare. Voti in piu’ a destra? Non e’ detto che chi viene accompagnato al seggio dai pulmini messi a disposizione di Nea Dimokratia poi voti per Samaras, nel segreto dell’urna…

Ci affacciamo in una sezione, e l’atmosfera ci sembra tranquilla. Molti votanti ma niente calca. Ordinatamente i cittadini entrano, prendono il mazzo di schede dei vari contendenti e poi nella cabina chiudono quella che gli interessa in una busta che poi depositano nell’urna. Un sistema simile a quello spagnolo, niente scheda unica con tutti i partiti. Stavolta gli elettori greci di schede ne ricevono 22, piu’ una in bianco. Meno che le altre volte. Alcune forze di sinistra estrema – troskisti in particolare – hanno deciso di non partecipare. Pero’ ci sono i monarchici, i Pirati, una lista che cerca di guadagnare consensi abusivi presentandosi con il trifoglio simbolo della squadra di calcio del Panathinaikos, un altro movimento civetta che si e’ autonominato ‘Non ti pago’… Voti buttati, la sfida e’ tra Nuova Democrazia e Syriza, e saranno pochi i partiti che supereranno lo sbarramento del 3%.

I risultati li vedremo tra poco, prima gli exit poll e poi mano mano quelli ufficiali del Ministero degli Interni di Atene. Comunque andra’ sara’ stata una campagna elettorale diversa dalle altre, anche da quella gia’ infuocata del 6 maggio. Basti pensare che oltre all-edizione tedesca del Financial Times, molti gruppi finanziari e industriali hanno deciso di scendere in campo per chiedere ai greci un voto in continuita’ con il passato. In particolare i gestori di Eurobank, dei supermercati Sclavenitis e della catena di negozi per bambini Lito’ hanno voluto avvertire dipendenti e clienti, con veri e propri comizi, che se vincera’ Syriza una serie si catastrofi si abbatteranno sui greci… Molti dei quali avranno pensato: “peggio di cosi’?”.

 

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