Grande instabilità in queste ore in Paraguay, dove il presidente Fernando Lugo è sottoposto a “processo politico” a seguito di una mozione parlamentare relativa ai violenti scontri fra polizia e contadini senza terra dello scorso 15 giugno, in cui hanno perso la vita 11 occupanti e 6 agenti. Nel centro della capitale, in parte già blindato dalle forze di polizia, si vanno concentrando i manifestanti contro il processo politico che viene denunciato come un tentativo di colpo di stato da parte dei partiti conservatori.
È infatti di 17 morti e di oltre 80 feriti da armi da fuoco, il bilancio (ancora provvisorio) dello sgombero effettuato nel territorio della città di Curuguaty, dove centinaia di contadini senza terra appoggiati dalle principali organizzazioni contadine del paese occupavano da più di un mese parte di proprietà rurale dell’imprenditore e dirigente del Partido Colorado (repubblicano, all’opposizione), Blas Riquelme. Le terre in questione, situate a circa 240 km dalla capitale Asuncion, sono terre dello Stato occupate illegalmente con la forza dai latifondisti soprattutto negli anni della dittatura del Partido Colorado e guidata da Alfredo Stroessner dal 1954 al 1989, come denunciano gli occupanti, la Federacion Nacional Campesina e il Movimiento de los Campesinos Sin Tierras. Fino ad ora i programmi del governo di redistribuzione delle terre di proprietà dello Stato a favore dei sin tierras hanno trovato difficile attuazione a causa dell’opposizione della vecchia oligarchia rappresentata dal Partido Colorado e in parte dal Partido Liberal (che aveva però preso parte della coalizione di partiti che nel 2008 appoggiava il presidente Fernando Lugo e aveva messo fine a 60 anni di governo del Partido Colorado).
A seguito degli scontri è avvenuta la destituzione del ministro dell’Interno Filizzola e del capo della polizia Paulino Rojas e l’annuncio da parte del presidente della repubblica Fernando Lugo della creazione di una commissione di inchiesta sulla vicenda. Nel frattempo però si susseguivano i comunicati e le accuse, fino all’uscita del Partido Liberal dalla coalizione di governo e alla presentazione congiunta con il Partido Colorado di una richiesta di dimissioni e di “processo politico” verso il presidente approvata a larghissima maggioranza da quelli che rimangono i due partiti più grandi del paese. Il processo politico è previsto dalla costituzione verso le maggiori cariche dello Stato in caso di “cattivo disimpegno delle proprie funzioni, per delitti commessi nell’esercizio del proprio ruolo o per delitti comuni”. La risposta da parte di Lugo non si è fatta attendere, e al rifiuto delle dimissioni ha aggiunto che “la volontà del popolo sta subendo un attacco da parte dei settori che si sono sempre opposti al cambiamento” e che affronterà il processo politico “per evitare che ancora una volta nella storia della Repubblica un fatto politico usurpi la sovranità e la suprema decisione popolare”. Da parte loro le principali organizzazioni dei lavoratori, la Confederacion de trabajadores paraguayos, oltre alla Federacion Nacional Campesina e le altre innumerevoli organizzazioni sociali che appoggiano i movimenti popolari, denunciano che il processo politico votato dai due maggiori partiti conservatori del paese è un nuovo tentativo di colpo di stato, e hanno convocato per la giornata di oggi una manifestazione nei pressi del parlamento.
Secondo giornali locali, in queste ore da ogni parte del paese si stanno mobilitando gruppi di manifestanti provenienti anche dalle zone rurali più lontane convocati dalle principali organizzazioni sociali e di sinistra, che si vanno concentrando nel centro della capitale, e si dirigeranno in queste ore verso il parlamento per protestare contro il processo politico a Fernando Lugo. Nel frattempo a Curuguaty più di un migliaio di sin tierras manifestano chiedendo la liberazione dei detenuti per gli scontri e l’annullamento dei mandati di cattura per gli altri occupanti o attivisti contadini che ancora si trovano nei boschi cercando di sfuggire alla polizia.
Sul piano continentale invece sale la preoccupazione per la situazione in Paraguay. I presidenti della Union de Naciones Suramericanas (Unasur), che si trovano riuniti a Rio de Janeiro per la Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Rio+20) hanno dichiarato tramite il segretario generale, il venezolano Alí Rodríguez Araque, che “la decisione del processo politico al presidente Lugo è stata presa in modo precipitoso, in quanto avviene solo un giorno dopo l’annuncio della creazione di una commissione per indagare sui fatti”.
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