Nello Stato Spagnolo le irruzioni nei supermercati per denunciare le politiche suicide del governo Rajoy e i ricatti dell’Unione Europea si stanno moltiplicando. E’ successo anche in Catalogna, lunedì, quando decine di attivisti della ‘Plataforma d’Afectats per l’Habitatge’ ha ‘assaltato’ un supermercato di Vilafranca del Penedès chiedendo la distribuzione di alimenti a prezzi scontati ai cittadini in bolletta.
Prendendo spunto dalla prima azione estiva realizzata in Andalusia dal Sindacato Andaluso dei Lavoratori (SAT), gli attivisti della piattaforma per il diritto all’abitare ha preso di mira un punto vendita della catena di supermercati Dia. Riempiti i carrelli di generi alimentari da distribuire ai cittadini rimasti senza lavoro, gli attivisti si sono diretti alle uscite. Ma alcuni dipendenti del supermercato hanno sigillato le porte in attesa dell’arrivo degli agenti della Polizia Autonoma Catalana, i Mossos d’Esquadra. I manifestanti sono comunque riusciti ad uscire con gli alimenti, ma hanno aspettato l’arrivo degli agenti, che hanno identificato tutti i presenti e li hanno denunciati per furto.
Ma i movimenti dell’Alto Penedès denunciano che migliaia di persone nella sola Catalogna patiscono forme sempre più gravi di denutrizione e in molti casi vivono in condizioni di sofferenza inaccettabili di fronte alla perdita del lavoro e all’aumento delle tariffe per servizi che non riescono più a permettersi: acqua, luce, telefono, gas, istruzione, trasporti… Gli attivisti hanno in particolare denunciato la mancanza assoluta di politiche pubbliche di protezione dei cittadini colpiti dalla crisi economica e dalla disoccupazione, mentre miliardi di euro vengono regalati alle banche e alle istituzioni finanziarie.
Di fronte ad una situazione sempre più grave e alle mire centraliste del Partido Popular al governo a Madrid ed in numerose comunità autonome, in Catalogna il sentimento indipendentista sembra radicalizzarsi e diffondersi in settori sociali finora non particolarmente schierati a favore del distacco dalla Spagna. Un segnale sicuramente simbolico, ma significativo, è venuto in questi giorni da due piccoli municipi catalani – Sant Pere de Torelló e Calldetenes – i cui consigli comunali hanno approvato una mozione che li dichiara ‘territori catalani liberi’ e ‘senza ingerenze straniere’. I documenti, votati da consiglieri della sinistra indipendentista e del partito centrista CiU, chiedono al Parlamento regionale la creazione di una Banca Nazionale, di un Ministero delle Finanze e di un Ministero della Giustizia indipendenti da quelli centrali, l’uso esclusivo della lingua e della bandiera catalana, e l’adozione di una dichiarazione unilaterale di indipendenza. Una dichiarazione simbolica da parte di due piccoli centri che però non si era mai verificata e che la dice lunga sul clima che si respira da quelle parti. Gli organizzatori hanno annunciato oggi che la manifestazione indipendentista convocata a Barcellona per il prossimo 11 settembre sarà enorme e che la Diada – festa nazionale catalana – di quest’anno sarà la più partecipata degli ultimi anni.
Nei giorni scorsi il tenente colonnello dell’esercito spagnolo Francisco Alamán aveva minacciato un intervento militare contro Barcellona nel caso in cui la Catalogna proclami l’indipendenza, scatenando le proteste delle forze indipendentiste e di sinistra attive in tutto lo Stato.
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