I guai per i greci sembrano non finire mai. E’ notizia di ieri che la troika (Commissione Europea, Banca Centrale e Fondo Monetario Internazionale) ha ‘chiesto’ al Governo di Atene di rendere ancora più flessibili le regole del mercato del lavoro, in particolare aumentando la settimana lavorativa da cinque a sei giorni. E rendendo di fatto il sabato lavorativo per tutti. Significativo il modo – svelato dal quotidiano economico “Imerisia” – in cui i rappresentanti del vero governo greco hanno informato i loro sottoposti locali delle nuove condizioni per accedere agli aiuti economici rimandati a ottobre: una e-mail spedita da Bruxelles ai ministeri delle Finanze e del Lavoro.
Il suggerimento, confermato dai responsabili greci, si estende anche alla riduzione del riposo minimo previsto per i lavoratori tra un turno di lavoro e quello successivo ed elenca altre agevolazioni per gli imprenditori. Come se non bastasse, la troika chiede ai greci di dimezzare gli indennizzi finora previsti per i lavoratori in caso di licenziamento, e anche una diminuzione delle quote che gli imprenditori devono versare per ogni dipendente al Fondo Statale per la Sicurezza Sociale.
Proposte non nuove, quelle della troika al governo suddito di Atene, che però finora ha ritardato la sua applicazione per timore di una ennesima rivolta sociale. Per ora la protesta sindacale e sociale è al minimo, e prevalgono stanchezza e disillusione, se non la disperazione.
I dati parlano da soli: mentre le farmacie si rifiutano di consegnare ai cittadini le medicine che il governo ha smesso da mesi di rimborsare, il tasso di disoccupazione cresce a ritmi rapidissimi.
Ufficialmente il numero dei senza lavoro è arrivato a quota 23,1% della popolazione attiva, una percentuale che raggiunge il 54,9% tra i giovani con meno di 25 anni. Ma secondo vari studi il livello reale di disoccupazione è molto più alto, e sfiorerebbe un 30%. La proposta della troika quindi – lavorare di più, sei giorni a settimana – sembra ridicola in un paese in cui il lavoro non c’è…
Secondo altri studi pubblicati recentemente, negli ultimi anni molti lavoratori ellenici hanno perso l’equivalente di tre stipendi, e il loro potere d’acquisto è tornato a quello di 30 anni fa.
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