”Levati di mezzo, povero coglione”, disse Sarkozy al contestatore che lo importunava (‘casse-toi pauvre con’)
Ora è stata usata dal quotidiano storico della sinistra francese contro a Bernard Arnault, il più ricco dei suoi concittadini, che ha intenzione di prendere la doppia nazionalità belga mentre il presidente Francois Hollande chiede a tutti il massimo sforzo.
La copertina è di quelle da collezionisti, con il volto sorridente del patron di Louis Vuitton Moet Hennessy (Lvmh=, gigante mondiale del lusso, con la valigetta in mano, ignaro dell’insulto che lo ricopre. Un’ingiuria che lo ha offeso e che lo ha convinto a ricorrere ai suoi legali per chiedere un risarcimento che probabilmente sarù alla fine soltanto pro forma, il classico euro simbolico. E’ però una questione di principio che si è scatenata nella Francia cartesiana scossa spesso da fremiti giacobini.
Con Hollande attaccato dai media e a picco nei sondaggi per le accuse di immobilismo, il patron di LVMH ha annunciato la sua fuga dal fisco del paese proprio mentre tutti parlano di ricchi che scappano all’estero per evitare la supertassa di Hollande contro i Paperoni. L’imposizione del 75% di imposta su tutte le parti di reddito che superino il plafond del milione di euro, scampata soltanto in parte al giudizio della Corte costituzionale, riguarda infatti una quota ridotta di popolazione, 2.500 fra supermanager, banchieri, trader, persone insomma ricche per redditi da lavoro.
Hollande ha ripetuto ieri sera di essere deciso a non fare eccezioni per nessuno. ”Bernard Arnault non ha altra scelta – dicono i suoi collaboratori in un comunicato che annuncia la querela – tenuto conto dell’estrema volgarità e della violenza del titolo” del quotidiano. Arnault, preso in giro facendo il verso all’ex presidente Nicolas Sarkozy, peraltro suo amico, ha giudicato ”inaccettabile” il tono del giornale, che ”denuncia uno stato mentale antiimprenditoriale, completamente contrario alle necessitù del risanamento economico del paese e della lotta alla disoccupazione”.
In realtà, l’editoriale del direttore Nicolas Demorand, con il titolo ‘Beresina’ (dal nome della battaglia che costò una carneficina alle truppe napoleoniche impegnate in Russia), è anche più duro del titolo e chiama Arnault ”disertore” nel momento in cui il comandante chiama le truppe al massimo sforzo. Attaccato da più parti, e velenosamente da chi gli ricorda che il maggior azionista di Liberation, Edouard de Rotschild, ha preso nel 2010 la nazionalità isralieana, Demorand ha detto oggi che ”fino nuovo ordine la stampa ha il diritto di esprimersi su un personaggio pubblico”. E sulla violenza del titolo, ha spiegato che ”la decisione di Bernard Arnault di chiedere la nazionalità belga contiene anch’essa una dose di volgarità che noi rinviamo con effetto boomerang”.
Altri veleni sparsi in giornata, riguardano la quota bassissima di pubblicità delle imprese di Arnault, primo inserzionista di Francia, sul giornale della gauche, che – in sostanza – attaccando il patron non ha niente da perdere da un’eventuale sua ritorsione. La rivelazione della richiesta di cittadinanza belga del patron di LVMH, che in Belgio ha grossi interessi imprenditoriali (in particolare con il suo amico miliardario belga Albert Frere), ha acceso il dibattito sulla fiscalità, proprio mentre Hollande è stato costretto ad andare in tv per comunicare ai francesi che 20 miliardi di euro dovranno uscire, nel bilancio 2013, soltanto da nuove tasse, su famiglie e imprese.
La ricchezza totale di Bernard Arnault, Paperone di Francia, è stimata dalla rivista americana Forbes in 41 miliardi di dollari. Dopo la vittoria della sinistra nel 1981, e l’elezione di Francois Mitterrand all’Eliseo, si trasferi’ per tre anni negli Stati Uniti.
E stamattina Libé è tornata ad attaccare Arnault con un’altra frase celebre di Sarkozy.
In prima pagina di domani, il quotidiano si rivolge al re del lusso con ‘Bernard, se torni cancelliamo tutto”, parafrasi del presunto sms di Sarkozy all’ex moglie Cecilia, in cui si sarebbe detto pronto a ricominciare con lei.
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