Undici persone, fra le quali 7 poliziotti, per lo piu’ in servizio al commissariato di Venissieux, nella banlieue di Lione, sono stati arrestati questa mattina nell’ambito di un’inchiesta per corruzione e abuso d’ufficio. L’inchiesta, cominciata nell’agosto 2011, riguarda anche una presunta fuga di informazioni che sarebbe partita dai poliziotti fermati verso una famiglia della malavita locale.
Tra gli arrestati arrestati questa mattina ci sono anche due praticanti legali della zona di Vénissieux e quattro membri della famiglia di narcotrafficanti e del loro entourage.
Questa operazione è il risultato di un procedimento penale avviato con la massima riservatezza da circa un anno dal tribunale di Lione. Punto di vista giuridico, la questione ruota attorno ai reati di corruzione e di interesse privato. Le forze di polizia avrebbero reso servizi in cambio di benefici materiali.
Secondo il giornale francese Progrès che ha rivelato la vicenda, questo caso potrebbe provocare un altro terremoto nella polizia di Lione, un anno dopo il clamoroso caso del commissario Neyret, numero 2 della polizia giudiziaria. Il vicecapo della polizia di Lione Michel Neyret, nel settembre dello scorso anno finì in manette insieme ad altri tre poliziotti. Nell’inchiesta sono finirono anche quattro magistrati e la moglie del commissario. L’accusa era di far parte di un vasto traffico internazionale di stupefacenti. Ma, secondo l’accusa, a capo del traffico c’era proprio lui, il superpoliziotto con trent’anni di carriera alle spalle e un maxi-sequestro di cocaina che finì sulle prime pagine dei giornali. Neyret avrebbe remunerato alcuni informatori con la droga requisita e fatto liberare chi gli interessava. Il super poliziotto Neyret, 55 anni, aveva ispirato anche un famoso film di Olivier Marchal, “Les Lyonnais”.
Una vicenda, quella di Neyret, che per modalità e spettacolarità richiama molto da vicino quella del generale dei carabinieri italiani Ganzer e capo dei Ros, condannato dall’ottava sezione del tribunale di Milano a quattordici anni di carcere per “aver costituito un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, al peculato, al falso e ad altri reati, alfine di fare una carriera rapida”. Un modello che era stato ribattezzato il metodo Ganzer.
Secondo la prime dichiarazioni ufficiali negli arresti effettuati oggi però “Non c’è alcun rapporto con il caso Neyret, la questione è completamente separata, l’inchiesta è condotta da un giudice di Lione con l’impegno delle autorità a sanzionare un presunto comportamento deviante”, ha detto una fonte giudiziaria.
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