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Assalti alle ambasciate Usa in tutto il mondo islamico. La diretta

20.15: Scondo le notizie finora diramate dai media e dalle agenzie di stampa sarebbero finora 11 le persone morte nel corso degli assedi alle ambasciate statunitensi in diversi paesi del mondo arabo e islamico.

20.00: Le forze di sicurezza yemenite hanno sparato alcuni colpi di arma da fuoco e usato gli idranti per disperdere una manifestazione di alcune centinaia di persone che cercavano di raggiungere l’ambasciata degli Stati Uniti a Sanàa. Secondo la tv satellitare al-Jazeera i manifestanti si sono radunati a breve distanza dalla sede diplomatica e ci sarebbero già due vittime. I manifestanti chiedono a gran voce l’espulsione dell’ambasciatore USA, e hanno dato alle fiamme una bandiera a stelle e strisce. Secondo l’Agenzia Ap un battaglione di marines è già arrivato nel paese per proteggere l’ambasciata e il personale diplomatico. 

19.40: A Tripoli, città nel nord del Libano, centinaia di manifestanti hanno dato fuoco a un ristorante della catena di fast food statunitense Kentucky Fried Chicken. Un uomo è morto e 25 persone sono rimaste ferite. 

19.35: Le autorità tunisine hanno fatto evacuare l’ambasciatore USA Jacob Walles dalla sede diplomatica di Washington a Tunisi. Lo riferiscono fonti locali precisando che l’operazione di evacuazione è stata condotta da un’unità speciale antiterrorismo. 


19.24:
Il corpo di un giovane manifestante sulla ventina d’anni è stato trovato nei pressi della moschea Omar Makram, sulla strada fra l’ambasciata Usa e piazza Tahrir. Lo riferisce una fonte degli Interni, secondo la quale il corpo mostra segni di arma da fuoco.

19.20: Beduini appartenenti ad gruppiislamici hanno attaccato un campo di soldati della forza multinazione delle Nazioni Unite stanziata nel Sinai, nella cittù di Sheikh Zuwayed. Lo rende noto al-Jazeera, spiegando che gli assalitori hanno anche issato una bandiera nera con la scritta ”non c’è altro Dio all’infuori di Allah, Maometto è il profeta di Allah”. I beduini sono penetrati all’interno della base ed hanno appiccato un incendio alla torre di controllo. I soldati stranieri hanno risposto al fuoco sparando sugli assalitori. Nella sparatoria due colombiani e un egiziano sono rimasti feriti. La sicurezza egiziana non è intervenuta, nonostante i veicoli dell’esercito inviati nell’area poco prima.

19.15: a Karthoum, in Sudan, quattro manifestanti sono morti e decine di persone sono rimaste ferite negli scontri in corso davanti l’ambasciata Usa. Un gruppo di persone è riuscito a penetrare all’interno del perimetro della sede diplomatica statunitense nella capitale sudanese e le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco, dopo avere sparato alcuni colpi in aria e lanciato gas lacrimogeni. 

19.00: E’ di tre manifestanti morti e 28 feriti il bilancio degli scontri tra la polizia tunisina e i manifestanti islamici che hanno invaso l’ambasciata USA a Tunisi lanciando bottiglie molotov al suo interno e bruciando una scuola americana. Lo riferiscono fonti del ministero della Salute tunisino.

 

Questa era la situazione alle 18.15 

Sui tetti e su alcune terrazze degli edifici dell’ambasciata degli Stati Uniti a Tunisi hanno preso posizione i marines dislocati all’interno della sede diplomatica dopo che un folto gruppo di estremisti islamici ha fatto irruzione all’interno dell’edificio issando la bandiera salafita, apparentemente quella del movimento Hebz Ettahir. I manifestanti hanno anche appiccato le fiamme ad una quindicina di vetture nel parcheggio interno al compound e ad alcuni alberi all’interno del giardino, ed hanno infranto gli infissi di diverse finestre. 
Appena i manifestanti sono riusciti a scavalcare il muro di cinta del compound da Washington è arrivato l’ordine di evacuare tutto il personale diplomatico dall’ambasciata, cosa che è avvenuta con estrema difficoltà. I poliziotti tunisini hanno aperto il fuoco contro gli aggressori e alcuni di questi sono rimasti feriti e sono stati portati via con delle automobili. Tutto è cominciato questa mattina, al termine della preghiera del venerdì, quando una folla di migliaia di persone si è diretta in corteo verso la sede statunitense gridando slogan antiamericani. La polizia ha cercato di disperdere la manifestazione sparando gas lacrimogeni ma il corteo ha proseguito.
Le agenzie di stampa hanno anche avvisato che una scuola americana a Tunisi é in fiamme. Si tratta della American Cooperative School of Tunis, che si trova nella municipalità di L’Aouina, a poca distanza dall’ambasciata USA.

La vicenda del film trash anti-islamico prodotto negli Stati Uniti sta causando una vera e propria rivolta antiamericana in tutto il mondo islamico, dall’Africa ai paesi arabi all’Asia, alla faccia di quegli esperti statunitense che sui quotidiani italiani di ieri affermavano che la presidenza Obama aveva diminuito assai gli attriti tra musulmani e Washington. 
Una folla inferocita è riuscita a spezzare i cordoni di poliziotti schierati a protezione delle rappresentanze diplomatiche ed ha attaccato oggi le ambasciate di Germania e Gran Bretagna a Khartoum, capitale del Sudan, e nella sede diplomatica tedesca ha ammainato la bandiera nazionale issandone una islamista al suo posto. Bel corso del pomeriggio un manifestante è rimasto ucciso nei pressi dell’ambasciata Usa a Khartoum. Un gruppo di dimostranti è riuscito a fare breccia nel muro di cinta della sede diplomatica ma subito dopo all’interno dell’edificio si sono sentiti dei colpi di arma da fuoco.

Alcune centinaia di persone hanno dato fuoco a un locale della catena di ristorazione statunitense Kentucky Fried Chicken (Kfc) di Tripoli, città sunnita del Libano. Durante gli scontri una persona è morta e altre 25 sono rimaste ferite.

Anche al Cairo la tensione è altissima, dopo l’assalto all’ambasciata statunitense dei giorni scorsi. Una fitta sassaiola tra manifestanti e forze dell’ordine di fronte all’ambasciata USA attorno alla quale è stato eretto un muro di blocchi di cemento, è scoppiata nel pomeriggio.

A Dacca in Bangladesh circa 10.000 manifestanti hanno bruciato bandiere degli Stati Uniti e di israele ed hanno cercato di avvicinarsi all’ambasciata di Washington. La polizia cerca di disperdere i manifestanti con gli idranti.

La protesta contro il film basfemo della figura di Maometto è esplosa anche nella striscia di Gaza. Migliaia di Palestinesi hanno sfilato lungo le strade di Gaza City e a Rafah, nonostante Hamas avesse ieri invitato i cittadini a non aderire alle manifestazioni attese per il dopo preghiera del venerdì. Impugnando le bandiere di Hamas e della Jihad Islamica migliaia di persone hanno urlato “Morte all’America, morte a Israele”. 

Intanto, un Consiglio per il coordinamento dell’attività pubblica islamica di Teheran si è appellato a tutti gli iraniani affinchè protestino in strada dopo la preghiera: «Gli iraniani daranno sfogo alla loro furia per gli elementi sionisti dietro l’atto blasfemo e porteranno al mondo il messaggio di pace, amicizia e fraternità del profeta Maometto». Ieri la massima Guida suprema iraniana Ali Khamenei aveva indicato nel sionismo e nel governo degli Usa i principali responsabili della produzione del film anti-islamico che insulta il profeta Maometto.
Già ieri a Teheran circa 500 studenti, guardati a vista dai poliziotti, avevano manifestato contro il film nei pressi dell’ambasciata elvetica che rappresenta gli interessi statunitensi nella repubblica islamica.

In Libia la situazione rimane grave, anche se le notizie sono poche e confuse, tanto che questa notte, senza preavviso, le autorità hanno addirittura sospeso il traffico aereo all’aeroporto di Bengasi e sui cieli della città. 

Migliaia di persone hanno nuovamente protestato oggi in Iraq. Nel corso di una manifestazione a Bassora, nel sud, sono state bruciate bandiere statunitensi e israeliane. Anche a Baghdad la gente ha protestato nel quartiere a maggioranza sunnita di Azamiya, nel nord della capitale, e a piazza Tahrir, nel centro della città, e nella città santa di Najaf.

Soldati dell’esercito nigeriano hanno sparato in aria per disperdere una folla di persone che si era radunata nei pressi di una moschea a Jos, nel centro del Paese. Non ci sarebbero stati feriti.

Centinaia di manifestanti musulmani hanno preso d’assalto il consolato americano di Madras, nel sud est dell’India. La polizia ha detto di aver arrestato 86 persone. I manifestanti hanno “lanciato pietre, mandato in frantumi i vetri delle finestre del consolato, assaltato le telecamere di sorveglianza e tentato di oltrepassare il muro di cinta dell’edificio prima di essere dispersi”, ha dichiarato un ufficiale superiore della polizia alla stampa.

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