E’ un brutto colpo per Hitachi, il conglomerato giapponese che s’era assicurato la succulenta commessa per la costruzione della centrale nucleare di Visaginas, in Lituania. Il referendum – non vincolante – di domenica scorsa in Lituania (in contemporanea con le elezioni politiche che hanno sconfitto il centrodestra e proclamato vincitore il centrosinistra) ha bocciato il progetto.
Il referendum di domenica era solo ‘consultivo’, ma più del 60% degli elettori lituani hanno espresso la loro contrarietà al progetto della nuova centrale nucleare. E ora la prima commessa nucleare estera di Hitachi da un anno a questa parte è a rischio. Dopo il tragico disastro nucleare di Fukushima dello scorso anno, la domanda di nuovi reattori in patria è drasticamente crollata e quindi gli affari delle multinazionali dell’atomo, in grossa crisi, cercano sbocchi all’estero. Hitachi, con un comunicato ufficiale, ha espresso tutto il suo disappunto per il risultato del voto.
Dopo Fukushima sia la Germania che la Svizzera hanno imboccato la via d’uscita dal nucleare, mentre l’Italia per via referendaria ha deciso di non rientrarvi. Lo stesso Giappone ha messo a punto una strategia per lasciare il nucleare entro il 2030. Per questo motivo i grandi gruppi nipponici del settore – Hitachi, Toshiba, Mitsubishi – hanno deciso di orientare il loro business all’estero. Mitsubishi ha conquistato una commessa negli Stati uniti e, con la francese Areva, concorre con l’industria russa per costruire una centrale in Giordania.
La controllata statunitense di Toshiba – Westinghouse Electric – sta rafforzando la sua presenza negli Stati uniti e in Cina. Hitachi, dal canto suo, aveva annunciato a luglio 2011 che sarebbe entrata in una trattativa esclusiva per la costruzione della centrale lituana, un progetto da 5 miliardi di euro. La centrale di Visaginas vuole essere un impianto ‘baltico’, da realizzare in joint venture tra il gruppo giapponese e le tre repubbliche ex sovietiche: Lituania, Lettonia, Estonia, con la possibilità di un ingresso della Polonia in un secondo momento.
Ma ora la strada per l’Hitachi è tutta in salita. Non solo i cittadini lituani, ma anche quelli degli altri paesi baltici sono preoccupati perché Visaginas dovrebbe essere costruita in una piccola regione dove sono previste altre due centrali nucleari: una in Bielorussia ad Ostrovets ed un’altra nell’enclave russa di Kaliningrad, incastonata tra Lituania e Polonia. La centrale di Visaginas sorgerebbe a soli 2,3 km dal confine con la Bielorussia e prenderebbe l’acqua per il suo raffreddamento dal lago Drisvyaty, a cavallo dei confini dei due Paesi. Anche per questo gli ambientalisti lituani e bielorussi hanno stretto un’alleanza contro Visaginas.
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