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Turchia: in Kurdistan si combatte, le carceri scoppiano di detenuti politici

Alcune centinaia di detenuti politici curdi rinchiusi nelle carceri turche stanno conducendo da settimane, nel pieno disinteresse della ‘comunità internazionale’, uno sciopero della fame per ottenere la fine dell’isolamento imposto dal governo turco ad Abdullah Ocalan, leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, da anni murato vivo nell’isola prigione di Imrali. I militanti in sciopero della fame chiedono anche il diritto di potersi difendere in tribunale nella loro lingua madre.

Secondo alcuni media indipendenti turchi e curdi ieri alla protesta hanno aderito altri 97 prigionieri politici portando il numero totale dei detenuti coinvolti a circa 600. Tra questi c’è anche il deputato Faysal Sariyildiz del partito Bdp, uno dei 10 rappresentanti curdi eletti al Parlamento di Ankara attualmente rinchiusi nelle carceri del paese.

Che nelle prigioni turche siano rinchiusi troppo deputati, sindaci, sindacalisti, giornalisti, intellettuali e studenti accusati di reati di opinione – ma sulla base della legislazione antiterrorismo che implica condanne draconiane – se ne è accorta anche l’Unione Europea, che in un rapporto reso noto lo scorso 10 ottobre ha segnalato agli alleati di Ankara anche una continua violazione delle libertà di espressione, riunione, manifestazione e di stampa, oltre che l’intolleranza nei confronti delle numerose minoranze culturali e linguistiche.

Critiche che il governo nazionalista-islamico di Erdogan non ha preso bene, tanto che il ministro turco per l’Europa Egemen Bagis ha telefonato al Commissario Ue all’allargamento, Stefan Fule, per lamentarsi degli ”errori e delle valutazioni soggettive” del rapporto, definito bollato come ”non equilibrato” dal ministro degli esteri di Ankara Davutoglu.

Secondo i sondaggi, se fino a qualche anno fa l’opinione pubblica sperava in una pronta integrazione del paese nell’Unione Europea, oggi i fautori dell’annessione sono solo un terzo dei cittadini di un paese che ha imboccato la via del rafforzamento economico e geopolitico, puntando a scalare in pochi anni molte posizioni all’interno della classifica dei paesi più sviluppati del pianeta.

E che ha ripreso la guerra in grande stile contro la guerriglia curda del Pkk, anche con l’obiettivo di riprendere il controllo di alcune aree di confine con Siria e Iran in vista di un possibile conflitto con Damasco e Teheran.

Se l’esercito di Ankara attaccasse i curdi siriani ci sarebbero “rappresaglie molto violente sul territorio turco” aveva avvertito alcuni giorni fa il capo esecutivo del Partito dei Lavoratori, Murat Karayilan, intervistato dal quotidiano svizzero Les Tempes in una base della guerriglia sulle montagne del Kurdistan iracheno.

Dopo quell’intervista gli scontri tra militanti curdi e soldati turchi in numerose località dell’Anatolia sono ripresi e si sono fatti cruenti.

L’ultimo episodio risale a ieri: 28 militari di Ankara sono stati feriti – uno in modo grave – durante un assalto del Pkk contro un gasdotto che dall’Iran attraversa il territorio dell’Anatolia, nei pressi del villaggio di Turkeli. Un attacco che ha provocato l’interruzione del trasferimento del gas per alcune ore. In una precedente azione militare sempre nella provincia di Agri, l’8 ottobre, i guerriglieri erano già riusciti a interrompere le forniture di gas iraniano.

Sempre nei giorni scorsi dodici combattenti curdi sarebbero rimasti uccisi durante uno scontro coi militari di Ankara vicino alla città di Cukurca, nella provincia di Hakkari, (Anatolia sud-orientale) mentre qualche ora prima tre guerriglieri e tre soldati erano morti durante un attacco del Pkk contro una base dell’esercito nella stessa zona.

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1 Commento


  • alexfaro

    NON x essere ironico,ma come si spiega che x la NATO(con USA/UK in testa)e l’UE,i guerriglieri del PKK sono sempre etichettati,dai ns media occidentali, come”terroristi”mentre,i”ratti”tagliagole mercenari dell’ELS(esercito libero Siriano,ma x favore!)sono definiti come”pacifici e democratici oppositori”così li ho sentiti chiamare molte volte nel TG3 da quella jena di Lucia Goracci?
    Come sempre nel sistema mediatico occidentale(e non solo)e sopratutto in quello Italiano,vige il sistema dei 2 pesi e delle 2 misure.
    Tutto questo a me fa veramente schifo!
    Tanto è vero che ormai,non seguo che saltuariamente i vari TG(a parte quello della mia regione,Emilia-Romagna)
    un saluto
    Alexfaro

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