Più passano i giorni, più il Sudafrica post apartheid somiglia a quello dei tempi della dittatura e della segregazione razziale. Le ultime notizie dal paese parlano chiaro. Due minatori in sciopero sono stati uccisi dalle guardie di sicurezza, a colpi di fucile, vicino a una miniera di carbone di Magdalena, nell’est del Sudafrica, gestita dal gruppo canadese Forbes&Manhattan. Secondo la direzione del gruppo multinazionale un centinaio di scioperanti avevano tentato l’altro ieri di assaltare l’armeria della miniera situata vicino a Dannhauser, nel nord della provincia di KwaZulu-Natal, ma sarebbero stati fermati dalle guardie armate. Due delle quali avrebbero inseguito i manifestanti fino alla vicina baraccopoli sparando contro di loro, ferendone gravemente due, poi morti in ospedale.
I minatori della miniera di carbone della Magdalena sono in sciopero dal 17 ottobre e reclamano aumenti salariali così come altre decine di migliaia di lavoratori del settore. Ormai la violenza delle forze dell’ordine e dei contractor al soldo delle multinazionali sta diventando la normalità nella gestione dei rapporti con i lavoratori in sciopero, e sono parecchie decine i minatori uccisi spesso a freddo dal mese di agosto, quando 34 di loro vennero mitragliati dai poliziotti durante una protesta nella miniera di Marikana.
Da agosto lo stop quasi totale delle miniere sudafricane causato dagli scioperi ha causato un calo importante delle esportazioni di metalli preziosi e non solo. Solo a settembre la diminuzione delle vendite di oro, platino e metalli semipreziosi sono calate del 7,7%. Il che ha convinto le multinazionali a ricorrere sempre più spesso alle maniere forti, sostenute da una classe politica post-apartheid spesso foraggiata dalle aziende straniere.
Per decapitare la protesta dei lavoratori le multinazionali, oltre che ai pistoleri in divisa e non, ricorrono quindi sempre più spesso anche ai licenziamenti di massa. D’altronde nel paese, e soprattutto tra i cittadini di pelle scura, la disoccupazione è alle stelle e non manca chi è pronto a rimpiazzare i minatori cacciati.
L’ultima multinazionale a ricorrere ai licenziamenti di massa è stata la svizzera Xstrata che ha cacciato 400 operai che, a suo dire, stavano effettuando uno sciopero illegale da circa una settimana, nella miniera di Kroondal, a nord-ovest di Johannesburg. La Xstrata è una filiale del gruppo minerario Glencore.
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