Durante le prime udienze i giudici hanno raccolto dichiarazioni scritte e ascoltato le parti lese: i familiari delle vittime e gli attivisti feriti, anche gravemente, nella notte dell’assalto. Fra costoro Uğur Suleyman Söylemez in coma da due anni e mezzo per le lesioni ricevute, il cui stato di salute è monitorato dall’Ospedale di Ricerca e Rieducazione di Ankara. I numerosi feriti hanno mostrato alla Corte un video e alcune foto scampati al sequestro e alla distruzione effettuata dai soldati dopo l’abbordaggio. Gran parte della strumentazione elettronica appartenente ai singoli passeggeri e l’attrezzatura radio e satellitare dell’imbarcazione furono rese inservibili. Il processo è stato finora seguìto da un nutrito numero di giornalisti, attivisti dei diritti umani, avvocati e politici. Fra questi l’europarlamentare Nicole Kill-Nielsen, il deputato algerino Mohammed Douibi, il diplomatico egiziano Abdallah Alashaal più rappresentanti di varie strutture di sostegno alla causa palestinese. Mentre militanti internazionalisti stazionavano fuori del complesso giudiziario sensibilizzando passanti e curiosi. Con questo dibattimento sono tornati all’attenzione dell’opinione pubblica l’isolamento e l’emergenza in cui per volontà d’Israele vive il milione e mezzo di palestinesi di Gaza. Un delitto verso quel popolo e un’offesa all’intera Comunità Internazionale.
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