Menu

Gaza: Nuovo ruolo per l’Egitto?

L’Egitto cerca la sua nuova posizione. Da domenica scorsa, Cairo ospita una delegazione del movimento di resistenza Hamas e un gruppo di inviati del governo israeliano per negoziare una tregua a Gaza. Le trattative, interrotte ieri sera su richiesta di Israele, andranno avanti anche oggi, nel tentativo di raggiungere al più presto un accordo.
Sin dall’inizio degli attacchi, il governo di Morsi si è profilato come mediatore, tenendosi in equilibrio tra la condanna delle aggressioni israeliane, la critica all’ipocrisia dell’Occidente e l’interesse egiziano al mantenere l’alleanza con gli Stati Uniti, senza mettere in discussione il trattato di pace del 1979 con lo Stato israeliano.

Il nuovo Egitto si riposiziona e cerca un tono più determinato di quello a cui si era abituati sotto Mubarak. All’inasprirsi dell’offensiva israeliana, l’ambasciatore egiziano è stato richiamato da Israele. Un gesto simbolico forte, e si sarebbe pronti a fare di più. Un ufficiale egiziano citato dal quotidiano Al Ahram spiega però che a livello economico, i rapporti Israele-Egitto sono in mano privata, e un boicottaggio economico a livello di governo avrebbe dunque effetti limitati.

Dopo la preghiera dello scorso venerdì, il presidente Mohammed Morsi ha annunciato con fervore che il nuovo Egitto non è più l’Egitto di Mubarak, e non lascerà sola Gaza. Due giorni dopo, in un breve discorso sul primo canale televisivo Al Awwal, Morsi ha spiegato la necessità dell’Egitto di mantenere buoni rapporti con gli Stati Uniti e con il resto del mondo, sottolineando peró che il Paese sul Nilo rifiuta completamente l’aggressione israeliana, le violenze e il blocco imposto al popolo palestinese.

Per meglio spiegare il punto di vista egiziano, domenica scorsa il governo Morsi ha invitato una delegazione di giornalisti stranieri al Cairo. “L’Occidente, supportando il diritto di Israele all’autodifesa, adossa la responsabilità alla vittima” – ha dichiarato un ufficiale egiziano in condizioni di anonimità per evitare ripercussioni sulle trattative in corso. “Il diritto all’autodifesa di chi? Del popolo sotto occupazione? Del popolo sotto embargo? No, dello stato più potente della regione e delle forza occupante in Gaza e in Palestina. Questo è il diritto alla difesa di cui parlano alcuni nella comunità internazionale” lo cita il quotidiano Al-Ahram.

Dichiarazioni più taglienti, ma non nuove né rare neppure ai tempi di Mubarak, che ha sempre avuto parole di condanna e rimprovero per lo Stato vicino, criticato per l’ultima volta in occasione delle tensioni dello scorso gennaio 2011, prima dello scoppio della “primavera araba”. Anche allora, l’ex rais aveva condannato Israele per il blocco e la violenza contro Gaza, invitandolo “a rivedere la propria posizione e le proprie politiche, e a fare dei passi concreti per dare fiducia ai Palestinesi”, si legge negli archivi del quotidiano palestinese Maan News.

Differenziarsi da Mubarak è ciò che Morsi vuole e deve fare, a livello di politica interna. Le tensioni sociali e politiche del dopo-rivolta non sono ancora affatto placate. Centinaia di egiziani sono riscesi in strada in questi giorni per commemorare i martiri delle rivolte di un anno fa. E chiedere giustizia. Chi è sceso in piazza Tahrir contro Mubarak sa che i Fratelli Musulmani non erano il cuore della protesta ma solo la forza politica in grado di proporsi con successo alle elezioni. E nella necessità di aumentare e consolidare il consenso popolare interno, la questione palestinese è ancora una volta un elemento importante, come ha dimostrato la manifestazione di migliaia di egiziani scesi in strada dopo la preghiera del venerdì in solidarietà con il popolo palestinese.
Il fragile equilibrio tra retorica pro-palestinese e interessi strategici si esprime tutto nel ruolo di mediatore che il Cairo ha assunto alle prese con la prima grande crisi internazionale. Un ufficiale riassume così la linea strategica dell’impegno egiziano: “C’è solo un modo (per intervenire, ndr): imporre una tregua tra Hamas e Israele” lo cita Al-Ahram. “Stiamo lavorando per questo obiettivo con gli Americani”.

La parte del mediatore il governo Morsi non se l`è attribuita completamente da solo per tornare alla ribalta come potenza regionale. La spinta per una mediazione turco-egiziana arriva proprio dal presidente statunitense Obama, che secondo fonti diplomatiche ha già chiamato personalmente quattro volte negli ultimi giorni la sua controparte egiziana, “lodando gli sforzi egiziani per una de-escalazione della violenza e manifestando la speranza che questi sforzi siano di successo” si legge in una dichiarazione della Casa Bianca. Gli Stati Uniti sperano nell’influenza dei Paesi governati dalla Fratellanza Mussulmana su Hamas, diramazione della Fratellanza che si è costituita movimento di resistenza nella questione palestinese solo con lo scoppio della Prima Intifada nel 1987. E forti della dipendenza economica del Cairo – che dalla firma del trattato di Camp David riceve da Washington una media di 2 miliardi di dollari in aiuti militari ed economici da – può fidarsi del corso moderato di Morsi.

Da parte sua, il governo guidato dalla Fratellanza non è interessato ad un collasso del governo di Hamas nella Striscia. Ma allo stesso tempo fatto sapere chiaramente di non mettere in discussione la pace con Israele siglata nel 1979. Dimostrando inoltre con la politica di apertura selettiva del valico di Rafah – unica via di uscita da Gaza che non dia su Israele – che non c’è motivo di temere una virata radicale pro-palestinese. Il transito da Rafah è stato facilitato, ma non completamente liberalizzato. “Abbiamo l’ordine di far passare immediatamente tutti i Palestinesi feriti dalla frontiera con l’Egitto”- ha dichiarato un agente della sicurezza su Al-Ahram “ma questo non significa che riapriremo la frontiera in modo illimitato“.

L’interesse dell’Egitto a sigillare il proprio ruolo di mediatore regionale è forte, e sulla distanza dal corso di Mubarak si gioca una parte della credibilità interna. In queste ore di trattative sinora vane, si decide del ruolo del (nuovo?) Egitto.Nena News

da NenaNews

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *