Che lo scontro diretto tra le milizie popolari di autodifesa costituite dai curdi siriani e quelle organizzate dai ribelli siriani sostenuti dalla Turchia fosse inevitabile era chiaro fin dall’inizio. Scaramucce erano avvenute già nei mesi scorsi.
Ma negli ultimi giorni lo scontro sta diventando sempre più forte e combattimenti sono in corso in diversi distretti del nord della Siria. Ad esempio nella cittadina di confine di Ras al Ayn. A darne notizia sono stati ieri i media turchi perché un insegnante della scuola elementare di Ceylanpinar – sul lato di Ankara della frontiera – é stato colpito a una gamba da un proiettile vagante. Gli scontri in quella zona sono in realtà iniziati lunedì, e finora avrebbero causato almeno una quarantina di morti.
Alla fine della scorsa settimana nella zona si erano concentrati centinaia di miliziani ribelli, scatenando la reazione dei combattenti del Comitato di protezione del popolo curdo (Ypg), milizia popolare costituita dal Partito dell’Unione democratica curda (Pyd), organizzazione dei curdi di Siria alleata del Partito dei lavoratori del Kurdistan che invece organizza i guerriglieri curdi in Turchia.
Ad aver fatto saltare il fragile equilibrio con i curdi siriani raggiunto da una opposizione ad Assad che si è rifiutata di riconoscere il diritto all’autodeterminazione per una minoranza concentrata nel nord e che rappresenta il 10% della popolazione siriana, sono stati soprattutto le milizie integraliste sunnite del Fronte al Nosra e della brigata Ghouraba al Sham, sostenute dal governo e dall’esercito turco e considerate vicine ad Al Qaeda. Responsabili dell’uccisione del capo dell’amministrazione curda della città di confine.
I media internazionali, amplificando la propaganda dei ribelli sunniti, descrivono il Pyd come alleato del regime di Assad, ma la verità è assai meno schematica e complessa. Visto che i curdi siriani si sentono minacciati dalle mire egemoniche turche in territorio siriano e quindi hanno organizzato milizie di autodifesa per impedire che i loro territori vengano occupati dalle forze integraliste sunnite che si oppongono al regime di Damasco e vengono manovrate dalla Turchia, oltre che dalle petromonarchie del Golfo.
Il leader del Pyd, Saleh Muslim, nei giorni scorsi ha duramente contestato la nuova Coalizione nazionale siriana (Cns) costituita due settimane a Doha e riconosciuta dai governi di Qatar, Turchia, Francia, Regno Unito e Italia. Secondo Muslim, la nuova Cns sarebbe una creatura di Turchia e Qatar, e sarebbe subalterna agli interessi delle potenze straniere più che alle esigenze e agli interessi dei popoli che vivono in Siria.
Nei prossimi giorni lo scontro si sposterà dalla frontiera verso Qamishli, grande città curda del nord della Siria presa di mira dalle milizie sunnite desiderose di impossessarsi del locale aeroporto.
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alexfaro
Ovviamente,di tutto questo,nei media in primis quelli televisivi,occidentali(sopratutto Italiani)silenzio di tomba.
Anzi ogni giorno recitano il “solito”mantra del”genocidio”di un popolo da parte del governo(legittimo!)del presidente Assad(figlio)
un saluto comunista
Alexfaro