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Spagna: gli sfrattati a caccia di politici

Non sono servite a granché le minacce da parte del governo e dei portavoce del Partito Popolare contro i comitati di sfrattati accusati di adottare metodi violenti di lotta simili a quelli caratteristici dei nazisti o meglio ancora del “terrorismo basco”. Per tentare di intimidire gli aderenti alle Plataformas de Afectados por la Hipoteca (i coordinamenti di coloro che devono combattere con mutui e sfratti) i portavoce del PP avevano annunciato che chi avesse inseguito i politici nei bar o per le strade o manifestato davanti ai loro domicili sarebbe stato arrestato. Ma poi era arrivata la smentita di alcuni importanti sindacati di polizia che, più che sensibilità nei confronti delle rivendicazioni dei manifestanti, avevano fatto notare che si sarebbe scatenata una guerra che molti agenti – anche loro tagliati per quanto riguarda stipendi e diritti sindacali – non hanno granché voglia di combattere.

E così le Pah hanno rilanciato, in grande stile, una campagna di ‘escraches’ iniziata già a metà del mese di marzo, e che negli ultimi giorni ha fatto vittime importanti tra deputati, senatori, sindaci e addirittura ministri. Bloccati per la strada, contestati a casa loro o quando si affacciano a conferenze o eventi mondani, da decine e a volte centinaia di cittadini arrabbiati. Con l’obiettivo di additare al pubblico ludibrio, come si sarebbe detto una volta, quegli esponenti politici che si rifiutano di approvare una Legge di Iniziativa Popolare che ha raccolto ormai quasi un milione e mezzo di firme e che mira a limitare lo strapotere delle banche in tema di sfratti e mutui. Nel mirino della protesta l’assurda norma che non solo permette alle banche di sfrattare gli inquilini inadempienti e metterne all’asta gli immobili in tempi record, ma impone a chi finisce per strada di risarcire le banche dell’eventuale differenza tra il valore del mutuo e quanto è stato ricavato dall’asta. Il che impone agli sfrattati di indebitarsi a vita senza neanche poter beneficiare dell’immobile che continuano a pagare nonostante siano stati sfrattati.

A fare le spese di un ecrache è stata anche, venerdì scorso, la vicepresidente del Governo, Soraya Sáenz de Santamaría, che dal salone di casa sua a Madrid ha dovuto ascoltare slogan e insulti contro di lei e il suo partito. Ma quella di oggi sarà una giornata campale, visto che i coordinamenti di sfrattati e ‘mutuati’ hanno deciso di organizzare escraches in contemporanea contro le sedi del PP a Madrid, Barcellona, Valencia e altre città dello Stato Spagnolo. L’appuntamento è quasi ovunque per le 19 di questa sera, anche se a Bilbao la sede del Partito Popolare sarà assediata già questa mattina a partire dalle 11.

Nel frattempo ai coordinamenti “Stop Desahucios” si sono affiancati cinquantatre tra giudici, avvocati, giuristi e professori di diritto magistraristi che in un manifesto affermano di sostenere l’approvazione immediata da parte del parlamento di Madrid del testo di legge di Iniziativa Popolare, considerandola una “questione di vita o di morte”. Il che non è da considerarsi una esagerazione o una drammatizzazione, visto l’altissimo numero di sfrattati che negli ultimi mesi ha deciso di togliersi la vita. Tra i giuristi firmatari dell’appello anche il catalano José María Fernández Seijo, che si è rivolto ai tribunali europei contro una sentenza di sfratto ottenendo una condanna di Madrid da parte della Corte di Giustizia dell’UE del Lussemburgo.

Ieri intanto però l’Ertzaintza, la polizia autonoma basca, ha impedito un presidio davanti alla casa del deputato del PP José Eugenio Azpiroz, affermando che l’escrache avrebbe rappresentato un “attacco all’integrità morale” del politico e della sua famiglia. E della dignità di centinaia di migliaia di cittadini e lavoratori truffati dalle banche e buttati da un giorno all’altro in mezzo alla strada chi si preoccupa?

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