Gli aggiornamenti:
21.30: La conferma della caduta di Morsi è stata accolta con un boato da piazza Tahrir, dove sono esplosi fuochi d’artificio. Mohamed el Baradei, ritenuto il leader di tutte le opposizioni egiziane, ha annunciato una sorta di road map per la transizione, un piano che garantisce elezioni presidenziali anticipate, risponde alle domande del popolo, realizza «una vera conciliazione» e rimette in marcia il processo della rivoluzione anti-mubarak del 2011. C’è da chiedersi se i militari e gli USA gliela lasceranno fare come vogliono gli egiziani o come la vuole Washington.
21.00: In Egitto la Costituzione è stata sospesa e il presidente della Corte Costituzionale è stato nominato presidente ad interim. A darne l’annuncio è stato il capo delle forze armate egiziane Abdel Fattah al-Sissi che è apparso in televisione in un discorso trasmesso in diretta tv. Il Presidente deposto, Mohamed Morsi, è stato informato dai militari di non essere più presidente dell’Egitto in seguito al fallimento dei negoziati con i militari per lasciare il potere.
19.50: La rete tv egiziana al Hayat ha diffuso la notizia secondo cui il presidente egiziano Mohammed Morsi sarebbe stato posto agli arresti domiciliari. La rete cita fonti anonime e mancano altre conferme. In precedenza si era saputo che le forze di sicurezza avevano imposto il divieto di espatrio per Morsi e i vertici dei Fratelli Musulmani.
19.30 – Secondo notizie non ancora confermate l’esercito avrebbe arrestato almeno una sessantina di alti dirigenti del movimento dei Fratelli Musulmani, per operare pressioni su Mohamed Morsi ed anche per convincere gli islamisti a non tentare la carta della rivolta di piazza.
19.20 – Mentre il consigliere del Presidente ha affermato poco fa di non sapere dove si trovi Morsi, l’esercito egiziano ha eretto una barriera e ha steso filo spinato intorno alla caserma della guardia repubblicana del Cairo dove si troverebbe rinchiuso – o protetto – il leader dei Fratelli Musulmani. Lo riferiscono testimoni. Stessa operazione di blindatura attorno al Palazzo Presidenziale.
19.15 – L’esercito egiziano ha dispiegato mezzi blindati e carri armati nei quartieri cairoti di Nasr City, Heliopolis e nella città universitaria, dove sono in corso grandi manifestazioni organizzate dai sostenitori del presidente egiziano Mohammed Morsi: lo ha reso noto l’agenzia di Stato egiziana, la Mena.
19.05 – Carri armati e blindati dell’esercito stanno occupando e bloccando i ponti che dividono Giza dal resto della capitale. Scontri sono in corso all’università del Cairo tra sostenitori e manifestanti ostili al presidente egiziano Mohamed Morsi. Lo riferisce uno dei reporter della Bbc, Jeremy Bowen. L’esercito, schierato con alcuni blindati fuori dal complesso, per il momento non é intervenuto.
19.00 – ‘Non sappiamo dove sia”: così Gehad el Haddad, portavoce dei Fratelli Musulmani e consigliere del presidente egiziano, ha risposto alla reporter della Cnn che gli chiedeva che fine avesse fatto Moahmed Morsi. ”Sono stati tagliati tutti i contatti con lui”, ha detto el Haddad. In precedenza altri suoi collaboratori avevano affermato che Morsi era all’interno di una caserma della Guardia Repubblicana.
18.55 – Il segretario alla Difesa Usa Chuck Hagel ha telefonato al capo di Stato maggiore dell’esercito egiziano Abdel Fattah al-Sisi martedì scorso. Lo ha ammesso un portavoce del Pentagono, aggiungendo che Hagel e il generale egiziano hanno avuto un colloquio anche la scorsa settimana. In precedenza il Pentagono aveva negato contatti telefonici con il Cairo ma era evidente che l’esercito egiziano non stesse preparando un colpo di stato, più o meno cruento, senza il consenso o quantomeno la tolleranza di Washington che ha evidentemente abbandonato Morsi al suo destino e punta ora probabilmente a un regime change morbido con l’inclusione nel governo di altre forze fedeli agli Stati Uniti come i liberali e pezzi dell’ex regime di Mubarak, deposto dalla rivolta popolare e dall’intervento dell’esercito nel 2011.
18.48 – Blindati dell’esercito egiziano hanno chiuso gli accessi a Rabaa al Adauiya, la piazza nella parte orientale del Cairo dove sono concentrate decine di migliaia di sostenitori del presidente Mohamed Morsi. Lo ha riferito una fonte militare, spiegando che la misura “é stata adottata per “preservare la vita delle persone ed evitare scontri” con i contestatori del presidente”.
18.30 – Centinaia di migliaia di manifestanti stanno riempiendo l’enorme Piazza Tahrir al Cairo inneggiando ai militari e festeggiando la deposizione di Mohamed Morsi.
18.20 – “Un golpe militare” é in corso in Egitto, “i carri armati hanno iniziato a muoversi nelle strade”. Lo ha affermato su Twitter un portavoce dei Fratelli Musulmani, Gehad al-Haddad, stando a quanto riporta il sito web della ‘Bbc’.
Scaduto l’ultimatum, i militari in campo
E’ probabilmente uno dei colpi di stato più annunciati della storia quello che sta andando in scena al Cairo e nelle altre principali città dell’Egitto dopo la scadenza dell’ultimatum di 48 ore imposto dalle Forze Armate al presidente Mohamed Morsi affinché abbandonasse il potere dopo le grandi manifestazioni popolari contro il governo e i Fratelli Musulmani e gli scontri che hanno già causato decine di vittime.
Più o meno alla scadenza dell’ultimatum, intorno alle 17 di oggi, i militari egiziani sono scesi nelle strade ed hanno iniziato un dispiegamento che in poco tempo li ha portati ad avere il controllo delle posizioni chiave nella capitale. Numerosi veicoli blindati e carri armati sono schierati attorno al palazzo che ospita la Tv di Stato egiziana – che è stata nel frattempo evacuata dal personale non indispensabile alle trasmissioni – mentre altri hanno circondato il Palazzo Presidenziale.
Si rincorrono anche voci di un arresto da parte dell’esercito del presidente islamista Mohamed Morsi, che sarebbe stato destituito e posto agli arresti domiciliari, circostanza però smentita da alcuni esponenti del suo movimento, la Fratellanza Musulmana. Altre fonti parlano non di un arresto ma di un divieto di movimento per il presidente che fino all’ultimo ha respinto le intimazioni a dimettersi. Morsi si é detto «pronto a difendere la democrazia anche con la vita».
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Pan Kar
Morsi rappresentava la borghesia Egiziana locale e musulmana. Baraday invece e’ stato allevato e spedito gia’ 2 anni fa dagli Stati Uniti come “salvatore”… Rappresenta l’imperialismo mondiale e i suoi lacche’ in Egitto. L’esercito rappresenta il garante degli interessi imperialistici in Egitto. Un golpe militare insoma. Con il popolo che festeggia… Povero popolo. Non ha scelta… Delega ad uno o ad altro la sua “salvezza”. Alla fine sara’ il popolo che paghera’ il conto… 🙁