Un treno ad alta velocità deraglia in Galizia: 79 morti e 143 feriti. Il convoglio andava al doppio della velocità consentita. Perchè?
”E’ deragliato, che faccio… che faccio”. Questa secondo i media iberici sarebbe la frase pronunciata uno dei macchinisti del treno Alvia ad alta velocità Madrid-Ferrol, deragliato ieri sera a 4 chilometri dalla stazione di Santiago di Compostela, in Spagna. Il macchinista, rimasto leggermente ferito, sarebbe stato visto aggirarsi sul posto in stato di choc subito dopo l’incidente ferroviario che secondo un bilancio in continua crescita ha fatto 79 vittime e 143 feriti, di cui alcuni in gravi condizioni o addirittura in stato di coma. Di fatto tutti e 218 i passeggeri presenti sul convoglio partito da Madrid.
Secondo quanto riferito via radio dal macchinista, mentre era ancora intrappolato nelle lamiere della cabina dopo l’incidente, al momento dell’incidente il treno viaggiava a una velocità di circa 190 km orari, cioè più del doppio della velocità consentita in quel tratto. Il quotidiano El Mundo riporta una dichiarazione del delegato del governo spagnolo in Galizia, Samuel Juarez, secondo il quale il treno viaggiava addirittura a 220 chilometri orari. Perché una tale velocità? Il treno era in ritardo e doveva recuperare? E’ stata un’iniziativa del macchinista oppure il frutto di un’indicazione del centro di controllo?
Il macchinista secondo i media iberici, non avrebbe saputo spiegare il perché di una velocità così alta. Tra l’altro dalle ricostruzioni dell’accaduto emerge che il giorno dell’inaugurazione della tratta ad alta velocità tra Madrid e la Galizia, il 10 dicembre del 2011, un treno sbandò paurosamente proprio nella curva – che arriva dopo un rettilineo di 80 chilometri ininterrotti – dove ieri sera è deragliato il convoglio. Inoltre, sottolinea El Pais, l’ingresso a Santiago è l’unico punto in cui il tracciato non è nuovo ma usa una parte della via ferroviaria di epoca franchista, seppur ampliata, e perde parte delle caratteristiche dell’alta velocità.
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