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Tunisi: assassinato leader opposizione, scontri

Ucciso a colpi di pistola un altro dirigente dell’opposizione laica e nazionalista. Manifestazione di protesta al Ministero dell’Interno dispersa dalla Polizia.

Un deputato alla guida di un partito di sinistra all’opposizione, Mohamed Brahmi, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco oggi di fronte all’ingresso della sua abitazione nel quartiere di Ariana, a nord della capitale tunisina.

Ex segretario generale e poi coordinatore del Movimento popolare, un partito di ispirazione laica e nazionalista all’opposizione del governo di coalizione formato dai liberali e dagli islamisti di Ennahda, Brahmi sedeva nell’Assemblea nazionale costituente che ha il compito di redigere una nuova Carta fondamentale dopo la caduta, nel 2011, del dittatore Ben Ali.

Nel febbraio scorso l’assassinio di un altro esponente dell’opposizione laica, Chokri Belaid, aveva innescato proteste di piazza e costretto alle dimissioni il primo ministro islamista Hamadi Jebali. E secondo le prime informazioni riportate dalla stampa tunisina le modalità dell’omicidio di questa mattina sono le stesse usate nell’agguato al leader comunista del Fronte Popolare, a febbraio. I sicari che hanno assassinato il deputato dell’Anc lo hanno atteso davanti casa, affrontandolo pochi istanti dopo che era salito sulla sua autovettura, e lo hanno crivellato di colpi. Si tratta, se questa ricostruzione verrà confermata, di un agguato fotocopia rispetto a quello di Belaid, ucciso in circostanze identiche da un commando formato, tra killer e fiancheggiatori, da almeno cinque persone. Mentre alcuni dei componenti del commando omicida sarebbero stati catturati – tutti appartenenti alle fazioni salafite o alla milizia islamista “Lega per la Protezione della Rivoluzione” – il capo sarebbe ancora a piede libero, segnalato in Algeria o in altri paesi.

Alla notizia dell’uccisione di Mohamed Brahmi centinaia di persone sono scese in piazza a Tunisi, davanti al ministero dell’Interno per denunciare l’uso della violenza politica da parte del governo. Per tentare di disperderle la polizia ha fatto ricorso alle granate lacrimogene ma il numero dei dimostranti – che chiedono le dimissioni del governo di Ennahda – è presto salito ad alcune migliaia. E nonostante i vertici del partito islamista abbiano condannato ufficialmente l’omicidio definendolo “un attentato alla transizione” una folla di manifestanti inferociti ha attaccato e dato alle fiamme la sede di Ennahda a Sidi Bouzid.

L’omicido di Brahmi avviene in un giorno particolare per la Tunisia, dove oggi si festeggia la Repubblica proclamata il 25 luglio del 1957. Giornata, quella di oggi, che era già stata scelta dalla vedova di Belaid per rivendicare verità e giustizia sull’omicidio del marito.  

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