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Giap, l’immortale, se n’è andato a 102 anni

Vo Nguyen Giap, il geniale autodidatta che divenne generale cacciando prima i francesi e poi addirittura gli Stati Uniti dal Vietnam,  è morto all’età di 102 anni. Era l’ultimo dei rivoluzionari della “vecchia guardia”.
Giap è morto poche ore fa in un ospedale militare nella capitale Hanoi, dove aveva trascorso gli ultimi quattro anni. Lo hanno reso noto un funzionario del governo e una persona vicina a Giap.
Giap era un eroe nazionale, la cui dimensione è stata seconda solo a quella del suo compagno di lotta per una vita: il presidente Ho Chi Minh, che ha guidato il paese verso l’indipendenza.
L’odio dei suoi nemici fu sempre totale, ma anche il soprannome che gli dettero – il Napoleone rosso – è un simbolo del rispetto e della considerazione che si era guadagnato sul campo. Del resto era impossibile, in tempi comunque meno infami di questi dove la mediocrità detta legge, non accorgersi della grandezza del leader di un esercito di guerriglieri che indossavano sandali fatti di pneumatici d’auto, capaci di trascinare il loro pezzo di artiglieria – componente per componente –  sopra le montagne, di accerchiare e distruggere l’esercito francese a Dien Bien Phu nel 1954. Quella “vittoria impossibile” è ancora oggetto di studi presso tutte le scuole militari.


Giap ha poi proseguito la sua lotta distruggendo il governo sostenuto dagli USA nel Vietnam del Sud, a partire dal 1962 (presidente era allora il “pacifista” John Kennedy), fino all’aprile del 1975, quando gli yankee abbandonano Saigon e il paese viene finalmente riunificato.
“Nessuna altra guerra di liberazione nazionale era stata così feroce o ha causato altrettante vittime come questa“, aveva ricordato Giap in un’intervista all’Associated Press nel 2005, alla vigilia del 30° anniversario della caduta di Saigon.
Ma abbiamo ancora combattuto perché, per il Vietnam, niente è più prezioso di indipendenza e la libertà.

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