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Barcellona: fascisti, nazionalisti e poliziotti in piazza contro la Catalogna

Ieri i nazionalisti spagnoli hanno festeggiato il cosiddetto ‘Dia de la hispanidad’, quello che i fascisti continuano a chiamare ‘il giorno della razza’ di franchista memoria. E lo hanno fatto, anche quest’anno, all’insegna del no a quello che considerano il separatismo catalano, dopo essersi concentrati negli anni scorsi negli attacchi contro l’indipendentismo basco.

Ieri circa 500 estremisti di destra appartenenti a varie formazioni neofasciste catalane e spagnole hanno manifestato in Plaza de Sant Jordi, a Barcellona, per rivendicare il carattere spagnolo della Catalogna e per difendere l’unità nazionale.

I manifestanti, protetti da un fitto cordone di agenti in tenuta antisommossa, hanno sventolato bandiere con i simboli fascisti e franchisti ed hanno urlato slogan contro il governo del popolare Rajoy – accusato di lassismo ed eccessiva tolleranza nei confronti degli indipendentisti baschi e catalani – e naturalmente contro tutti i leader politici di Barcellona. Slogan anche contro i giornalisti presenti. Tra i fascisti in piazza c’era anche uno degli autori dell’assalto contro la Libreria Blanquerna di Madrid, sede culturale catalana nella capitale spagnola Madrid, lo scorso 11 settembre.

La manifestazione, denominata ‘Spagna in marcia’, era iniziata un’ora prima a Plaza de España al grido di ‘Sempre unionisti. Spagna, gioventù, rivoluzione”, convocata dalla galassia nera spagnola: Falange, Nodo Patriottico Spagnolo, Alleanza Nazionale, Movimento Cattolico Spagnolo, Democrazia Nazionale ed altri gruppuscoli di estrema destra. Al centinaio di manifestanti originari poco dopo si erano unite poche altre centinaia di neofascisti arrivati a bordo di alcuni pullman da varie città spagnole. I manifestanti hanno reclamato la messa fuori legge di tutti i partiti indipendentisti catalani al grido di ‘Separatisti terroristi’ ed hanno chiesto all’esercito e alla polizia di Madrid di intervenire con la forza per impedire le aspirazioni dei catalani all’autodeterminazione. Non è mancato il tradizionale rito del rogo della bandiera catalana. In contemporanea circa 300 attivisti antifascisti hanno manifestato a Plaza de Sants, esponendo uno striscione che recitava “12 ottobre, freniamo il fascismo, insieme contro il fascismo”.

Quella dei neofascisti non è stata l’unica manifestazione contro i ‘separatisti’ catalani. Sempre ieri ma a Plaza de Catalunya circa 70 mila persone (160 mila per gli organizzatori) hanno partecipato ad un concentramento organizzato dai partiti di destra ufficiali, in particolare dal Partito Popolare e dai liberali di Ciutadans, sezione locale del partito spagnolo Union Por el Progreso y la Democracia (UPyD). Arrivati in pullman da Madrid, Saragozza e Valencia, e riuniti sotto la slogan di ‘Siamo Catalogna, siamo Spagna’ i manifestanti hanno sventolato migliaia di bandiere spagnole e qualche bandiera catalana in nome dell’indivisibilità della Spagna. La presidente della destra catalana, Alicia Sánchez-Camacho, ha affermato che ‘la Catalogna silenziosa comincia ad alzare la voce” ed ha lanciato strali contro il rifiuto da parte dei socialisti e dei centristi dell’Unione Democratica di sommarsi alla manifestazione, anche se in realtà il leader del Partito Socialista Catalano, Pere Navarro, aveva autorizzato i propri militanti a scendere in piazza assieme al PP. Attimi di tensione quando alcuni dei partecipanti alla marcia neofascista si sono uniti alla concentrazione di Plaza de Catalunya sventolando bandiere con i simboli franchisti. In particolare alcuni neofascisti aderenti alla Falange e al ‘centro sociale’ di estrema destra Casal Tramuntana – ispirato a Casa Pound – si erano infilati tra i manifestanti esibendo uno striscione che recitava ‘La spagna catalana in lotta per la terra’. Mentre i rappresentanti dei partiti di destra intervenivano dal palco, i neofascisti hanno gridato a gran voce lo stesso slogan utilizzato nell’assalto dell’11 settembre scorso alla sede del governo catalano a Madrid: “Non ci ingannano, Catalogna è Spagna”. Accanto a loro, apparentemente a loro agio, i sindacasti del Sup, il Sindacato Unificato di Polizia.

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