Mentre ogni giorno monta sempre di più la polemica sul maxispionaggio organizzato dalle agenzie di intelligence USA ai danni non solo dei nemici di Washington ma anche degli ‘alleati’, alcune ore fa è andato in tilt il sito della National Security Agency. Il sito dell’agenzia finita nell’occhio del ciclone dopo le rivelazioni di un suo ex analista, Edward Snowden, che per questo è dovuto scappare in Russia, è inaccessibile. Alcuni portavoce dell’NSA si sono affrettati a comunicare che i problemi al loro portale erano dovuti solo a delle difficoltà di natura tecnica. Ma sui social network sono cominciate a circolare dichiarazioni da parte di Anonymous che rivendicava l’azione di boicottaggio informatico. Una rappresaglia, una punizione contro il grande orecchio dedito allo spionaggio di praticamente tutto il pianeta. Secondo alcuni media il sito sarebbe stato reso inaccessibile attraverso la tecnica del ‘disributed denial of service'(DDoS), ovvero un sovraccarico di traffico, di contatti convogliati dagli hacker attivisti per attaccare il sito preso di mira.
L’NSA a quel punto ha dovuto smentire di nuovo di essere caduta vittima di Anonymous, senza però citare esplicitamente il gruppo internazionale di hacker attivisti: ”Nsa.gov è rimasto inaccessibile questa sera per diverse ore a causa di un errore interno verificatosi durante una programmata operazione di aggiornamento”, ha affermato l’agenzia in una e-mail citata dalla Abc News. ”La questione verrà risolta” nelle prossime ore, si legge ancora nel testo, in cui si precisa anche che ”le affermazioni secondo cui l’interruzione è stata causata da un attacco ‘disributed denial of service'(DDoS) non sono vere”.
Intanto le associazioni statunitensi per la difesa delle libertà individuali hanno convocato per oggi una grande manifestazione davanti alla sede del Congresso a Washington per protestare contro i programmi di sorveglianza e di raccolta dati dell’Agenzia nazionale di Sicurezza.
Intanto Brasile e Germania si sono dette favorevoli all’adozione di una risoluzione all’Onu che promuova il diritto alla privacy su internet, mentre proprio ieri il premier spagnolo Mariano Rajoy ha fatto sapere che convocherà l’ambasciatore degli Stati Uniti a Madrid, James Costos, per chiedere spiegazioni sullo spionaggio della Nsa nei confronti di politici e membri del suo governo.
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