Due neonazisti morti e un altro ferito attualmente in condizioni gravi: è questo il bilancio dell’agguato di ieri sera ad Atene davanti alla sede di Alba Dorata nel quartiere periferico di Neo Eraklio. Si è trattato di una vera e propria esecuzione: i due attentatori sono arrivati davanti alla sede neonazista attorno alle 19, a bordo di moto di grossa cilindrata, sono scesi e si sono avvicinati, hanno puntato le loro pistole semiautomatiche Zastava contro gli estremisti di destra che sostavano davanti all’ingresso e hanno aperto il fuoco con precisione. Sul terreno sono rimasti un 22enne e un 27enne (nella foto qui in basso), uno raggiunto da un solo preciso colpo alla testa, l’altro da due colpi, uno alla testa e l’altro al petto.
A pochissima distanza, proprio al momento dell’attacco, alcuni testimoni hanno notato un’automobile con a bordo alcune persone che forse rappresentavano un ‘gruppo di sostegno’ pronto ad intervenire nel caso in cui qualcosa fosse andato storto. Sul terreno gli investigatori hanno ritrovato 15 bossoli calibro 9 mm. Il ferito, un ventinovenne, è stato sottoposto ad una delicata operazione ed è ora in prognosi riservata anche se i medici non lo considerano più in pericolo di vita.
A prima vista la lettura di quanto avvenuto sembra essere facile e univoca: una vendetta contro il movimento squadrista per l’omicidio del rapper antifascista Pavlos Fyssas, avvenuto alcune settimane fa ad opera di un loro sicario sostenuto da un nutrito gruppo di militanti di Alba Dorata. Da anni monta la rabbia di una parte della società greca e dei gruppi di estrema sinistra: anni di omicidi, aggressioni, attacchi senza che le forze dell’ordine abbiano mai bloccato l’estrema destra.
Quindi pensare che qualche gruppo della consistente galassia extraparlamentare sia passato all’azione con un attacco esemplare è più che lecito. Ma quale gruppo? L’azione non è stata rivendicata, e a quanto è dato sapere non esiste oggi nel paese un’organizzazione dotata di una tale ‘professionalità’ militare. Perché non ha colpito prima i responsabili dell’omicidio del rapper? E perché non ha puntato al ‘duce’ di Alba Dorata invece di far fuori due suoi tirapiedi?
Un altro particolare non torna del tutto. Pochi minuti dopo l’attacco di ieri a Neo Eraklio il parlamentare nazista Germenis ha denunciato che l’agguato è avvenuto subito dopo che la polizia ha smesso di proteggere la sezione presa di mira. “Il governo ci ha lasciato nudi così abbiamo potuto essere uccisi” ha detto enfaticamente Garmenis all’Associated Press. “Avevamo ricevuto minacce in quell’ufficio, e avevamo informato la stazione di polizia locale. Hanno avuto poliziotti in borghese fuori dall’ufficio ogni giorno fino ad oggi”. Gli attentatori tenevano d’occhio la sede 24 ore su 24 da giorni oppure qualcuno dall’interno degli apparati di sicurezza ha informato il commando della rimozione della protezione?
Anche la tempistica dell’attacco è sospetta. Dopo anni di completa e totale impunità proprio recentemente la magistratura ellenica e gli apparati di sicurezza erano stati costretti a colpire la cupola di Alba Dorata, arrestando e accusando il fondatore Michaloliakos ed altri 5 deputati di essere a capo di una organizzazione criminale dedita ad aggressioni ed estorsioni. Erano emerse numerose responsabilità dirette dei dirigenti dell’estrema destra e il radicamento del movimento nazista nelle forze di polizia e nell’esercito; erano state trovate armi in alcuni nascondigli e individuati finanziatori. Niente di risolutivo e definitivo, per carità. Tanto che pochi giorni fa il parlamento di Atene ha votato la sospensione del finanziamento pubblico ai nazisti. Ma varando una contestatissima legge che potrebbe essere applicata in futuro a qualsiasi altro partito i cui dirigenti si rendano responsabili di attività illegali.
La doppia esecuzione di ieri non colpisce affatto l’estrema destra, in realtà la legittima e potrebbe rivitalizzarne attività e consenso. Trasformando un movimento violento e al servizio del padronato greco in ‘vittima’ se non addirittura in ‘martire’. Non è un caso che gli esponenti dei partiti di governo – cioè le marionette della troika – parlino insistentemente ora di bloccare e reprimere con determinazione gli ‘opposti estremismi’, rafforzando un discorso da anni tipico delle prese di posizione di Nea Dimokratia e Pasok rispetto allo scontro tra estrema destra ed estrema sinistra. Un discorso legittimato proprio dall’attacco di ieri sera contro Alba Dorata. In Grecia in molti parlano già di ‘strategia della tensione’ a proposito degli eventi delle ultime ore. Ora all’interno degli apparati dello stato sarà più facile colpire e criminalizzare qualsiasi mobilitazione antifascista in nome della lotta agli “opposti estremismi” e coloro che all’interno della politica e della polizia parteggiano per i nazisti avranno le mani più libere.
All’interno della stessa sinistra, poi, i ‘pompieri’ avranno maggiori argomenti contro i settori militanti e popolari che non ne possono più di denunce simboliche e negli ultimi mesi sono passati alla pratica dell’antifascismo militante.
Di seguito riportiamo un interessante intervento di Stelios Kouloglou, tradotto dal blog Atene Calling (http://atenecalling.org).
Il parastato crea dei martiri per Alba Dorata
La provocazione è grossa. Ricorda “gli anni di piombo” in Italia negli anni ’70 e gli attacchi assassini dei servizi segreti che venivano attribuiti alla Sinistra. Da sei settimane ormai, i neonazisti erano passati alla difesa, il Parlamento aveva approvato la revoca dell’immunità parlamentare dei suoi deputati e le indagini sulle sue attività criminali stavano andando avanti. Secondo informazioni attendibili, in questo week-end erano programmati nuovi arresti di membri di Alba Dorata. Solo alcuni feretri avrebbero potuto fermare un ulteriore smantellamento.
Già nei giorni precedenti, degli osservatori attendibili dello “Spazio Patriota”, che seguono da vicino gli sviluppi, prevedevano un “grande attacco” che avrebbe capovolto la scena. Gli assassini dei membri di Alba Dorata hanno fatto esattamente questo: hanno offerto ai neonazisti i testimoni di cui avevano tanto bisogno. Alcuni minuti dopo l’omicidio, il detective Kassidiaris [deputato di Alba Dorata, n.d.t.] aveva già scoperto tutto. Gli attori erano “dei terroristi di sinistra”, che il sistema politico corrotto aveva lasciato liberi, mentre metteva in carcere “combattenti” ammiratori di Hitler. I complici morali “sono i media che ci diffamano”, ha concluso il deputato di Alba Dorata, insieme agli altri suoi colleghi che si sono recati sul luogo del delitto. Gli albadorati sembrano aver ritrovato già lo stile aggressivo che li aveva contraddistinti prima dell’omicidio di Pavlos Fyssas. Il clima era cambiato: “è giusto che i deputati di Alba Dorata siano arrabbiati”, ha concluso la presentatrice del TG di Antenna Tv neanche un’ora dopo l’omicidio!
Ovviamente, in realtà, ad ogni atto oscuro, come sono tutti gli atti terroristi, una delle domande principali è: chi è il responsabile? Nel caso degli omicidi di Neo Iraklio, il governo non è tra gli agevolati. Può darsi che con i nuovi omicidi facciano dimenticare, per il momento, le nuove misure finanziarie richieste dalla Troika e la crisi nervosa del governo (il direttore del giornale “To Vima” prevedeva stamattina una possibile caduta del governo bi-partito), ma il clima dell’instabilità politica che viene creato sottolinea che il governo controlla sempre di meno gli sviluppi.
Da quanto sembra, ha perso il controllo anche del parastato. Forse le indagini nella casa e nell’ufficio di Karchimàkis [ex-deputato del Pasok, n.d.t.], cosa che porta oggettivamente in una posizione ancora più difficile il Pasok, destabilizzando ulteriormente il governo, erano indirizzate in questa direzione.
La cosa certa è che i due assassini inaugurano un nuovo ciclo di sangue, che se le mani del parastato non verranno tagliate, non si fermerà qui. La prossima vittima sarà probabilmente dall’altra parte, per agevolare così la strategia della tensione che il Megaro Maximou [residenza del Primo Ministro, n.d.t.] ha inaugurato per far fronte alla Sinistra, ma che adesso ritorna come un boomerang contro lui stesso. O meglio, contro coloro che non hanno del tutto perso la propria calma, di fronte alla prospettiva di perdere il potere…
La cosa più probabile è che, nei giorni successivi, qualche organizzazione terrorista ignota o sparita per anni possa assumersi la responsabilità dell’attacco omicida. Invece di ricominciare con le sciocchezze sugli opposti estremismi, il governo dovrebbe smantellare il parastato, trovare gli assassini e continuare lo smantellamento dell’altra organizzazione criminale che spera ora, con due testimoni come bandiera, di rientrare nel gioco. E i fatti di oggi hanno rilevato che la sua presenza è distruttiva per il Paese e la normalità politica.
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