Il Fondo Monetario Internazionale venerdì ha approvato la nuova trance di aiuti al Portogallo. Ma a che prezzo?
È ormai da un mese che i lavoratori portoghesi sono sul piede di guerra per via delle misure previste dal governo per assecondare i parametri dell’Unione Europea a del FMI. Nella scorsa settimana in tutto il Paese si sono susseguiti una serie di scioperi dei trasporti urbani prima, della sanità e del pubblico impiego poi, per terminare con i pensionati, i trasporti ferroviari e le comunicazioni. Le mobilitazioni e gli scioperi hanno registrato tutti una percentuale di adesione molto alta, in alcune città pari addirittura al 90 o al 100% dei lavoratori dei comparti interessati. Tra tutti gli infermieri e gli insegnanti sono stati i piu agguerriti.
A fronte di oltre 600milioni di euro di tagli previsti per il prossimo anno, spalmati tutti sulle spalle dei lavoratori, (soprattutto i dipendenti pubblici) e sui servizi, l’FMI ha confermato qualche giorno fa l’arrivo di 1.9 miliardi di euro per l’assistenza finanziaria al Paese.
Tale tranche è parte di un finanziamento complessivo di 27 miliardi di euro di cui il Portogallo ne ha gia ricevuti 24. Dove saranno investiti questi soldi ancora non è chiaro, dal momento che l’unica cosa certa per ora è che i servizi – dall’istruzione alla sanità, dall’assistenza sociale ai trasporti – diminuiranno e le spese aumenteranno.
Tale tranche è parte di un finanziamento complessivo di 27 miliardi di euro di cui il Portogallo ne ha gia ricevuti 24. Dove saranno investiti questi soldi ancora non è chiaro, dal momento che l’unica cosa certa per ora è che i servizi – dall’istruzione alla sanità, dall’assistenza sociale ai trasporti – diminuiranno e le spese aumenteranno.
A cosa serviranno questi soldi, se non a rendere il Paese ancora più debole dal punto di vista della sovranità nazionale? Il Portogallo, da Paese coloniale che per secoli ha dominato ai due lati dell’oceano Atlantico e le cui ultime colonie sono diventate indipendenti solo una trentina di anni fa, sta forse rischiando di diventare esso stesso Paese colonizzato dalla finanza internazionale e dai poteri forti dell’Unione Europea, seguendo di pari passo la strada greca? Se questo è il destino dei PIGS europei, c’è da chiedersi quando e come sarà la volta dell’Italia…
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