“Forze rivoluzionarie popolari combattenti”. È questa la sconosciuta sigla che ieri ha rivendicato l’agguato del primo novembre scorso, quando un commando in motocicletta sparò con una pistola semiautomatica contro un gruppo di nazisti che montavano la guardia davanti ad una sede di Alba Dorata nel quartiere di Neo Iraklio, nella capitale. Due militanti di estrema destra (nella foto) rimasero uccisi ed un altro ferito gravemente.
“Noi, Forze Rivoluzionarie Combattenti Popolari” recita un lunghissimo comunicato di ben 18 pagine “rivendichiamo la responsabilità per le esecuzioni politiche di due esponenti fascisti del partito neo-nazista Alba Dorata”. “L’attacco”, prosegue la nota, “é stato una rappresaglia per l’assassinio di Pavlos Fyssas”, il 34enne rapper anti-fascista noto col nome d’arte di Killah P ed assassinato a coltellate lo scorso 18 ottobre da un sicario di Alba Dorata.
Il testo è stato fatto trovare ad un giornalista del discusso sito online Zougla, caricato su una chiavetta usb avvolta in una busta di plastica e depositata nel sobborgo meridionale ateniese di Kessariani, presso un poligono di tiro utilizzato dai nazisti per fucilare i partigiani antifascisti durante l’occupazione italiana e tedesca della Grecia nel secondo conflitto mondiale.
La sigla non era mai stata utilizzata in passato, ma gli investigatori ritengono attendibile la lunga rivendicazione, affermando che probabilmente il nuovo gruppo armato di estrema sinistra è frutto della confluenza di varie organizzazioni di ispirazione marxista attive negli anni scorsi, in particolare quella “Setta dei rivoluzionari” che pochi anni fa firmò alcune esecuzioni – un poliziotto nel 2009 e un giornalista nel 2010 – e che in un’azione utilizzò una pistola Zastava, simile (ma non la stessa) a quella utilizzata nell’assalto contro Alba Dorata del primo novembre scorso.
La presunta rivendicazione – sulla quale buona parte della sinistra e degli analisti rimane scettica per il linguaggio e le circostanze in cui è stata resa nota – è arrivata nel giorno dell’anniversario dell’inizio della ribellione degli studenti ateniesi, il 16 novembre del 1973, contro la giunta militare fascista.
Negli ultimi giorni la tensione nel paese è di nuovo salita a causa delle minacce del governo contro le manifestazioni antifasciste che stanno sfilando oggi pomeriggio in numerose città elleniche e per l’esplodere di nuovi scontri tra fascisti e antifascisti in diverse località. Ad esempio vicino a Heraklion, la maggiore città di Creta, una rosticceria proprietà di un noto militante neonazista è stata danneggiata dall’esplosione di un ordigno artigianale. Sempre a Creta, nella città di Rethimno, la scorsa settimana un gruppo di antifascisti intenti a cancellare delle scritte dell’estrema destra nei pressi della locale università è stato aggredito da una squadraccia di Alba Dorata poi messa in fuga.
Invece un attivista antifascista è stato attaccato nella città di Larissa (Grecia centrale) da un gruppo di militanti di Alba Dorata. Secondo i testimoni uno dei due aggressori aveva un coltello in mano mentre l’altro una pistola nella fondina, e solo l’intervento di alcuni passanti ha evitato una possibile tragedia.
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