Prosegue la mattanza di leaders comunitari e sindacalisti in Colombia, in una sequenza impressionante di omicidi mirati.
La commissione dipartimentale per i diritti umani di Marcia Patriottica del Quindío ha denunciato l’assassinio di Edier Otero, avvenuto nella frazione di Curumal del comune di Génova lo scorso 30 ottobre. Edier Otero, membro di Marcia, era compagno sentimentale di Luz Dary Jaramillo, che aveva ricevuto minacce nei giorni precedenti al delitto in quanto dirigente di ASODESQUI, associazione dei senzatetto del Quindío.Appena due giorni dopo, a pochi chilometri di distanza, nel municipio di Circasia è stata trucidata Ana Isabel Valencia, dirigente di Marcia Patriottica nel Quindío e membro del Comitato Patriottico Dipartimentale.
Nel pomeriggio del 2 novembre la stessa sorte è toccata a Cesar García, un leader contadino che lavorava da anni per la difesa del territorio nella sua regione, ambientalista oppositore del progetto della megaminiera “La Colosa” (portato avanti dall’impresa Anglogold Ashanti nel Tolima); Cesar è stato trucidato mentre tornava alla sua fattoria nella frazione Cajòn de la Leona, del municipio di Cajamarca.
Lo scorso 9 novembre, infine, nella città di Bugalagrande, nel dipartimento del Valle del Cauca, è stato crivellato di proiettili il sindacalista Oscar López Triviño, lavoratore della Nestlé.
Nella settimana in cui si è giunti ad una firma congiunta relativa alla partecipazione politica nel tavolo dei Dialoghi all’Avana, il terrorismo di Stato, al servizio di oligarchia e multinazionali, prosegue nella sua opera di eliminazione fisica di leaders comunitari e oppositori politici.
Ciò conferma il triste primato colombiano di essere il paese al mondo in cui vengono uccisi più sindacalisti; ma dimostra anche che la costruzione di una vera democrazia nel paese, a prescindere dalla pur ineludibile firma di accordi tra le FARC e il governo, non potrà avvenire senza lo smantellamento completo dell’apparato fascista e terrorista dello Stato colombiano, che da oltre sessant’anni tenta di ridurre al silenzio ogni forma di opposizione con le più efferate violenze.
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