Teste spaccate, volti sanguinanti, manifestanti in manette. E’ finita così ieri sera la protesta organizzata dal coordinamento 25-S attorno alla sede del Parlamento contro la cosiddetta ‘ley mordaza’, la legge che aumenta la repressione contro l’opposizione politica e le pene contro chi promuove o partecipa a manifestazioni ritenute ‘illegali’. Il bilancio degli scontri e delle cariche al termine della giornata di mobilitazione è di sette persone arrestate, quarante identificate ed altre 23 ferite, sette delle quali hanno dovuto essere ricoverate in ospedale (compresi tre poliziotti dice il Ministero degli Interni spagnolo). Gli scontri sono scoppiati in Calle Atocha, dopo il concentramento convocato in plaza de Neptuno alla quale hanno partecipato alcune migliaia di dimostranti richiamati in piazza dal coordinamento che nei mesi scorsi promosse ‘rodea il congreso’, l’assedio al parlamento da parte di decine di migliaia di ‘indignados’. Il concentramento si è trasformato in un corteo improvvisato nelle vie del centro di Madrid, ovviamente illegale. “La voz del pueblo no es ilegal” e “voi fascisti siete i terroristi” hanno gridato i dimostranti che sventolavano bandiere repubblicane e mostravano cartelli con un grande ‘no’ alla Legge sulla Sicurezza dei cittadini che restringe in maniera draconiana l’esercizio in Spagna della libertà di espressione. Tra gli altri slogan anche “Franco oggi è Rajoy” oppure “Meno crocefissi, più lavori fissi” oppure ancora “Psoe e PP è la stessa merda”. In corteo anche gli aderenti ai coordinamento ‘Stop desahucios’ che si battono contro gli sfratti degli appartamenti pignorati dalle banche.
Ma col pretesto di bloccare un gruppo di giovani con la faccia coperta che lanciavano oggetti contro la polizia, i reparti antisommossa hanno dato vita alle cariche più dure viste nella capitale negli ultimi mesi, ed hanno sparato contro la folla anche le micidiali pallottole di gomma che hanno colpito nel mucchio.
In un comunicato il coordinamento 25-S aveva spiegato prima della manifestazione che “una volta smantellati i servizi pubblici per regalarli al capitale speculativo” il Governo mette in marcia una serie di misure legislativo-repressive che hanno l’obiettivo di mettere il bavaglio alla società e tentare di impedire la libera espressione della protesta contro la sua politica”. Se la legge presentata dalla destra sarà approvata in via definitiva – e i numeri in parlamento il PP di Rajoy ce li ha – il semplice fatto di partecipare ad una manifestazione non autorizzata potrebbe costare a chiunque una multa anche di 30 mila euro se la dimostrazione comunque rimane pacifica, ma fino a 600 mila se si verificano ‘scontri gravi’.
Punizioni simili anche nei casi in cui si manifesti nei pressi di edifici governativi o pubblici, e sanzioni sono previste anche in caso di ‘oltraggio alla Spagna, ai suoi simboli, alle sue istituzioni’, un chiaro riferimento ai movimenti repubblicani che mettono in discussione la monarchia o a quelli baschi o catalani che contestano lo Stato Spagnolo e i suoi simboli. Un’altra delle misure considerate gravissime è quella che concede ai vigilantes privati di guardia a edifici pubblici, banche, locali notturni, stadi e centri commerciali di operare arresti per la strada equiparandosi di fatto ad agenti di polizia. Un dispositivo che minaccia di creare mostri e che viene accusato di mirare a regalare fondi pubblici alle società di sicurezza privata in cambio di consenso elettorale e sostegno politico alla destra. Nello Stato Spagnolo ci sono attualmente ben 1.490 imprese di sicurezza privata con 82.150 vigilantes registrati (il 22% provvisto di armi da fuoco), per una fatturazione complessiva di 3 miliardi di euro, in calo rispetto agli anni precedenti a causa della crisi economica ma soprattutto del fatto che molti esponenti politici ed imprenditori si circondavano di ‘gorilla’ per difendersi dagli attacchi dell’organizzazione armata Eta, il che non è più necessario ora che il movimento basco ha cessato definitivamente ogni attività combattente.
Già ora i vigilantes privati possono pattugliare pezzi di strada chiusi da cancelli di accesso. Ma l’articolo 41 della “legge bavaglio” stabilisce che possano farlo anche in spazi aperti, compresa la pubblica via. Il signor Cobas, portavoce delle grandi compagnie di security, spiega a El Pais che ad esempio “se c’è un’attività culturale vicino a Piazza del Celenque [accanto alla nota Puerta del Sol di Madrid), potremo realizzare controlli e anche perquisizioni di chiunque partecipi”.
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