L’ambasciatore dell’Autorità palestinese a Praga è rimasto ucciso da un’esplosione avvenuta mentre apriva una cassaforte nella sua residenza. La dinamica al momento è ancora da chiarire, ma già si nota la mano del Mossad nella disinformazione. Alcune fonti di informazione riferiscono infatti di imprecisate voci raccolte tra altrettanto ignoti “investigatori” secondo cui il diplomatico avrebbe «maneggiato in modo maldestro pericolose sostanze esplosive». Come se un diplomatico fosse in realtà un “attentatore” in panni civili. Tentativo ridicolo, tanto più considerando l’età di Jamal Al Jamal; 56 anni, ambasciatore di ormai lungo corso,
Da Ramallah una fonte palestinese ha riferito che l’esplosione sarebbe avvenuta mentre l’ambasciatore apriva una vecchia valigia.Secondo altre fonti, invece, l’esplosione sarebbe stata causata dal sistema di allarme dell’appartamento scattato quando il diplomatico ha aperto una cassaforte.
Ricoverato all’ospedale di Praga, Jamal è stato tenuto in coma farmacologico per oltr tre ore, ma non c’è stato nulla da fare.
La moglie, 52 anni, è stata anche lei ricoverata in stato di shock e intossicata dal fumo successivo all’esplosione. L’autorità nazionale palestinese invierà domani a Praga una equipe di esperti per affiancare la polizia ceca nelle indagini.