Con la ratifica da parte del Tribunale supremo è entrata formalmente in vigore la ‘Ley de Precios Justos’, la legge dei prezzi giusti, strumento normativo con cui il governo venezuelano punta a controllare i prezzi e mitigare la scarsità di generi di prima necessità. Una legge che contempla, fra l’altro, il divieto per i commercianti di ottenere margini di profitto oltre il 30% rispetto al prezzo di acquisto, prevedendo fino a 10 anni di carcere per quelli che vengono definiti gli “accaparratori”.
Approvata a novembre dal presidente Nicolás Maduro grazie alla ‘Ley Habilitante’ che concede poteri speciali conferitigli dall’Assemblea nazionale per legiferare per un anno senza decreto, la nuova legge afferma che “in alcun caso, il margine di profitto di ogni attore della catena di commercializzazione supererà di trenta punti percentuali…i costi del bene o del servizio”. A fissare il margine di profitto su base annua sarà la Sovrintendenza nazionale per la difesa dei diritti socioeconomici (Sundde).
La legge prevede l’applicazione di misure preventive e sanzioni come la confisca, l’occupazione temporanea di locali o immobili, la chiusura temporanea di uno stabilimento o la sospensione delle licenze, così come “l’aggiustamento immediato” dei prezzi. Chiunque “restringerà l’offerta, la circolazione o la distribuzione dei beni regolati (…) per provocare scarsità o distorsioni dei prezzi sarà sanzionato in via giudiziaria con la prigione fra gli 8 e i 10 anni” aggiunge il testo.
Il nuovo meccanismo sarà supervisionato dalla Sundde che fisserà, fra l’altro, i prezzi massimi “della catena di produzione o importazione, distribuzione e consumo secondo la loro importanza e il lor carattere strategico, a beneficio della popolazione, così come i criteri tecnici per la valutazione dei livelli di scambio equo e giusto di beni e servizi”.
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