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Gaza. I palestinesi vogliono una soluzione, non solo la tregua. Scontri anche in Cisgiordania

Cinque palestinesi, tra cui tre bambini, sono state le prime vittime della ripresa delle ostilità a Gaza. Dall’inizio dell’offensiva israeliana, l’8 luglio, sono più 1.922 le vittime palestinesi, mentre i feriti sono saliti ad oltre 10mila. (nella foto di Patrizia Cortellessa un flash mob di denuncia su Gaza svoltosi ieri a Roma)

Pur negando di aver lanciato i primi due razzi verso Israele, Hamas aveva fatto sapere ufficialmente che non intendeva prorogare la tregua di 72 ore. “Tutte le fazioni palestinesi, inclusa Hamas, si oppongono a un prolungamento della tregua perché Israele si rifiuta di venire incontro alle nostre richieste, ma i negoziati al Cairo proseguono”, aveva dichiarato il portavoce di Hamas a Gaza, Fawzi Barhoum. La delegazione dei negoziatori palestinesi al Cairo, sono rimasti nella capitale egiziana per tentare di raggiungere un accordo finale con Israele. Anche la delegazione israeliana è ancora in Egitto.

La trattativa si è bloccata di fronte al no israeliano alla richiesta palestinese di rilasciare i detenuti nelle carceri israeliane e di ricostruire un porto nella Striscia di Gaza. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa turca Anadolu. “Nell’ultimo round di colloqui, Israele non ha continuato a chiedere di disarmare la resistenza, ma ha insistito nel non volere la costruzione di un porto sulla costa di Gaza”. Israele ha anche rifiutato il rilascio delle centinaia di prigionieri palestinesi arrestati nei mesi scorsi in Cisgiordania durante “la caccia all’uomo” contro i rapitori dei tre ragazzi israeliani. Tra i nodi centrali per la definizione di un cessate il fuoco permanente, resta anche la revoca dell’embargo imposto da Israele a Gaza nel 2006, ritenuto una condizione minima per accettare una vera tregua.  E’ ormai evidente che tutte le organizzazioni palestinesi non intendono accettare per Gaza il ritorno alla insostenibibile situazione precedente – quello di un assedio che l’ha resa un carcere a cielo aperto – e che preferiscono affrontare un sanguinoso scontro militare con Israele piuttosto che una lenta morte in una gabbia da cui è impossibile entrare, uscire, vivere.

Ma è anche il resto della Palestina a farsi sentire. A Hebron in Cisgiordania, migliaia di palestinesi sono scesi in piazza. Negli scontri con le forze di sicurezza israeliane è stato ucciso un giovane palestinese di 22 anni e decine di manifestati sono rimasti feriti. Un altro ragazzo palestinese, diciannovenne, è morto negli scontri avvenuti vicino alla colonia israeliana di Psagot, tra Gerusalemme e Ramallah.

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