Si chiamava Simone Camilli, 35 anni, il videoreporter italiano rimasto ucciso a Beit Lahiya, nel nord di Gaza, a causa dell’esplosione di un missile israeliano sparato da un F 16 nei giorni scorsi e che stamattina alcuni artificieri palestinesi hanno cercato, invano, di disinnescare.
Cinque in tutto le vittime della deflagrazione che ha investito in pieno e ucciso tre artificieri, il giornalista italiano ed un altro reporter locale che lo accompagnava e gli faceva da traduttore mentre filmava le operazioni di disinnesco. Molti i feriti causati dall’esplosione molto potente, tra questi anche alcuni giornalisti palestinesi.
Il videoreporter romano, che lavorava per l’Associated Press, era arrivato a Gaza dal nord dell’Iraq per filmare le condizioni della popolazione di Gaza. Nel 2011 aveva già girato un documentario sulla vita quotidiana nella Striscia sottoposta a bombardamenti ed embargo.
E’ con somma e inaccettabile ipocrisia che le autorità italiane stanno intervenendo in queste ore sulla vicenda, esprimendo un cordoglio di circostanza che cozza con la più volte denunciata complicità italiana con la macchina militarista e coloniale di Israele e con un atteggiamento, presso la comunità internazionale e le istituzioni internazionali, di isolamento e criminalizzazione nei confronti dei palestinesi e della popolazione di Gaza in particolare. Per non parlare della attiva collaborazione anche del governo Renzi con l’esercito israeliano e l’apparato militare-industriale di Tel Aviv.
“La morte di Simone Camilli è una tragedia, per la famiglia e per il nostro Paese” ha detto la Ministra degli Esteri Mogherini, aggiungendo poi che “Ancora una volta è un giornalista a pagare il prezzo di una guerra che dura da troppi anni e per la seconda volta in pochi mesi piangiamo la morte di ragazzi impegnati con coraggio nel lavoro di reporter”. “E se ve ne fosse stato bisogno, l’uccisione di Simone dimostra ancora una volta quanto urgente sia arrivare ad una soluzione finalmente definitiva del conflitto in Medio Oriente”, ha aggiunto. “Ai famigliari e agli amici di Simone voglio esprimere a nome mio e di tutto il Governo le condoglianze per questa perdita così dolorosa” ha concluso la titolare della Farnesina. Neanche un accenno alle responsabilità di Israele, ai quasi 2000 morti, per lo più civili, sterminati nelle loro case dai missili di Tel Aviv nelle ultime settimane. Era per documentare la durissima condizione imposta ai gazawi dalla cosiddetta comunità internazionale complice di Israele che Camilli era andato a Gaza.
La strage di oggi è avvenuto nel terzo e ultimo giorno di tregua concordato tra Hamas e il governo di Israele con la mediazione del governo egiziano e che, secondo alcune voci, potrebbe essere prolungato o addirittura trasformarsi in un cessate il fuoco più duraturo.
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