Altro che legittima difesa, come raccontato ai media israeliani dai comandi della polizia di Tel Aviv. Il giovane palestinese Kheir Hamdane, morto ieri a Kfar Kana (villaggio palestinese in Galilea, nel nord di Israele), è stato ucciso a freddo, di fatto giustiziato dalle forze di sicurezza con la stella di David.
Una vera e propria esecuzione. Non lascia dubbi il video ripreso da un attivista e diffuso dalla tv satellitare al Arabiya che in queste ore sta facendo il giro del web in tutto il pianeta.
Le immagini mostrano il 22enne cittadino palestinese di Israele mentre attacca un furgone della polizia, colpendo il finestrino con un oggetto che sembra una pietra. Poi si vede un agente che scende tranquillamente dalla sua auto, punta la pistola e spara alle spalle al giovane che tenta di fuggire. Ancora vivo e agonizzante, Hamdan è stato letteralmente trascinato nel mezzo della polizia e portato in ospedale, dove è arrivato morto.
Completamente diversa la versione dei fatti diffusa dagli uomini in divisa: secondo la versione ufficiale Kheir Hamdane si era opposto all’arresto di uno dei suoi parenti, minacciando gli agenti con un coltello; dopo aver sparato alcuni colpi di avvertimento in aria un agente, sempre secondo la versione israeliana, aveva dovuto sparare all’uomo ferendolo e Hamdane sarebbe deceduto durante il trasporto in ospedale.
Subito dopo la notizia della morte, i residenti del villaggio di Kafr Kana sono scesi in strada per protestare, hanno eretto barricate e dato fuoco a dei copertoni. La polizia in assetto antisommossa ha naturalmente disperso i dimostranti con lacrimogeni e granate stordenti. L’ennesimo episodio di repressione dopo che il giorno prima le forze occupanti erano intervenute con estrema durezza contro le manifestazioni indette dai palestinesi in diverse zone della Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est: decine i feriti, di cui uno grave.
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